“Gaza rischia di diventare il prossimo Sudan, l’urgenza umanitaria in secondo piano”: intervista a Jesse Marks (Refugees International)

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Fatto Quotidiano ESTERI

“L’attenzione mediatica e diplomatica è rivolta da mesi all’accordo per il cessate il fuoco, ma così ha perso di vista l’urgenza degli aiuti umanitari, che allevierebbe immediatamente le sofferenze della popolazione”. Jesse Marks è responsabile per il Medio Oriente di Refugees International, ong umanitaria statunitense che non riceve finanziamenti governativi o dall’Onu. Non gestendo servizi medici essenziali, in questi 11 mesi di guerra è rimasta fuori dalla Striscia, collaborando alle missioni Onu in Egitto e Giordania (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri media

Il numero di donne e bambini uccisi nell’ultimo anno a Gaza è il più alto rispetto a qualsiasi conflitto degli ultimi 20 anni, considerando lo stesso lasso di tempo. Secondo stime prudenti, si tratta di più di 6mila donne e 11mila bambini. (LAPRESSE)

Mentre i leader mondiali si riuniscono a New York per la 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e mentre incombe la minaccia di una più ampia escalation regionale, rinnoviamo la nostra richiesta di porre fine alle spaventose sofferenze umane e alla catastrofe umanitaria a Gaza (UNICEF Italia)

La catastrofe umanitaria a Gaza non si ferma e incombe la minaccia di una più ampia escalation regionale. Piangiamo la perdita di vite innocenti ovunque, comprese quelle uccise il 7 ottobre e durante gli 11 mesi di conflitto. (Save the Children Italia)

Oltre 21mila piccoli sarebbero dispersi. In totale a Gaza sarebbero state uccise oltre 40mila persone, ma secondo alcuni esperti il bilancio totale dei morti sarebbe superiore a 200mila. (Il Giornale d'Italia)

Sulle pagine social che da Gaza aggiornano quotidianamente sull’offensiva israeliana l’attenzione ha virato verso nord: video e foto delle stragi che proseguono nella Striscia sono intervallati dalle notizie che giungono da Beirut. (il manifesto)

Questo articolo è pubblicato sul numero 40 di Vanity Fair in edicola fino al 1° ottobre 2024. (Vanity Fair Italia)