Giorgia Meloni da Donald Trump è uno spot per l'internazionale conservatrice e poco più
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Giorgia Meloni da Donald Trump, ed è subito internazionale conservatrice. Atterrata a Washington giovedì 17 aprile, la presidente del Consiglio italiana ha incontrato brevemente l’inquilino della Casa Bianca, cercando di accreditarsi come unica interlocutrice europea di un certo peso. Che storia quella di Meloni, alla guida per anni di un partito che faticava ad arrivare al 3% e improvvisamente catapultata – così funziona la Storia – sui tavoli che contano a livello globale, portabandiera di idee che fino a qualche anno fa si sarebbe fatto fatica raccontare in pubblico tanto sono provinciali (protezionismo, critica senza pietà all’ideologia woke, posizioni antiabortiste). (Wired)
La notizia riportata su altri giornali
Ma di concreto cosa è uscito dall’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Giorgia Meloni? Con accenti diversi, molti autorevoli giornali stranieri, dall’inglese Guardian, al francese Le Monde, allo spagnolo El Pais ieri si sono posti questa domanda (che potrebbe riguardare anche il successivo appuntamento romano con il vicepresidente americano Vance e i due italiani Tajani e Salvini). (La Stampa)
A poco più di un centinaio di metri da Palazzo Chigi, mentre JD Vance affonda la forchetta nella dadolata di ricciola offerta da Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini per il pranzo che è un’ideale ap… Il vertice di Roma può tenersi «anche prima di giugno». (La Stampa)
Atteso e temuto per l'imprevedibilità dello "show-man" a capo della prima potenza mondiale. È andata bene? «È andata bene». (Il Messaggero)

Per capire se la visita della Meloni a Trump sia andata bene, o benino, o male, bisognerebbe sapere cosa ci sia andata a fare. Ma nessuno lo sa perché lei non l’ha detto. A occhio, l’unico successo è che Trump, diversamente da quanto aveva fatto con Zelensky e Netanyahu, non l’ha menata. (Il Fatto Quotidiano)
Se non suonasse poco “patriottico”, in un’epoca buia che riaffida ai confini la salvezza dei popoli, verrebbe in mente Talleyrand: “Pas trop de zèle”. C’è davvero “troppo zelo”, nella celebrazione estatica che la corte dei miracoli meloniani dedica all’incontro tra la Sorella d’Italia e l’Amico Amerikano. (la Repubblica)
Otto anni dopo la Meloni è ricevuta nello Studio Ovale per un incontro alla pari (anche se con poteri ovviamente molto diversi) dal presidente Usa che la definisce "uno dei leader più importanti del mondo" e la inonda di lusinghe. (Il Mattino)