Maggie Smith, una sconcertante coincidenza rende la sua morte ancora più triste per i fan di Harry Potter
La connessione tra due dei personaggi più amati del Wizarding World ha commosso gli appassionati della saga Maggie Smith, una sconcertante coincidenza rende la sua morte ancora più triste per i fan di Harry Potter I fan di Harry Potter hanno notato un’assurda connessione tra Maggie Smith e Michael Gambon che va oltre i loro amati ruoli nei film. I due attori sono morti lo stesso giorno — il 27 settembre — esattamente a un anno di distanza l’uno dall’altra. (Best Movie)
Ne parlano anche altre fonti
Nata nell'Essex nel 1934, Dame Maggie era una delle interpreti più versatili e affermate della sua generazione, e ha vinto due Oscar per la recitazione, diversi Bafta e numerosi altri premi. (Vanity Fair Italia)
E così è successo: venerdì ci ha lasciati Dama Maggie Smith, leggenda del teatro e del piccolo e grande schermo, nota ai più per i suoi ruoli nella serie tv Downton Abbey e nella saga cinematografica di Harry Potter (BadTaste)
Strano, bizzarro ed è forse anche inutile farsi troppe domande, fatto sta che i due attori che interpretavano i volti buoni della scuola di Harry Potter, il preside e la sua vice, sono morti entrambi il 27 settembre, ad un anno di distanza. (Il Fatto Quotidiano)
Ed è con questo titolo che oggi vale la pena ricordarla, qualcosa che va molto al di là di quel personaggio di Minerva McGranitt, grazie al quale era arrivata anche al pubblico mainstream, un po' come era successo anche al fu Albus Silente, Michael Gambon (Esquire Italia)
Il video è stato girato agli Universal Studios di Orlando dove si trova la riproduzione del Castello di Hogwarts. L'emozionante gesto è ripreso ovviamente dalla storia dei libri e dei film di Harry Potter, dato che fu in questo modo che gli studenti della scuola di magia e stregoneria dissero addio al preside Albus Silente in una delle scene più iconiche del film. (la Repubblica)
Bacchette al cielo per Maggie Smith: l'emozionante tributo dei fan di Harry Potter alla professoressa McGranitt (La Stampa)