Per Liliana Segre quello di Gaza non è genocidio: "Evitare l'abuso della parola, accusa strumentale a Israele"

In un articolo scritto di suo pugno, la senatrice a vita Liliana Segre esprime preoccupazione per l’abuso del termine “genocidio”, una parola che, secondo lei, è stata trasformata in un’arma e in accuse strumentali contro Israele. L'abuso della parola "genocidio" Accuse strumentali? Difendere la memoria storica L’abuso della parola “genocidio” Liliana Segre sostiene che, nel caso della situazione di Gaza, non si riscontrano i due tratti fondamentali che caratterizzano un “genocidio”: la pianificazione della completa eliminazione di un gruppo etnico o sociale e l’assenza di un rapporto diretto con una guerra. (Virgilio Notizie)

Ne parlano anche altri giornali

In una riflessione pubblicata sul Corriere della Sera Liliana Segre parla della guerra di Gaza e dell'operato di Israele in risposta ai brutali attacchi del 7 ottobre 2023. (L'HuffPost)

Si terrà mercoledì 4 dicembre alle 21 la serata ”Sotto le macerie di Gaza: dove il diritto internazionale ha abdicato alle sue funzioni” al centro sociale Pertini di Mazzafame a Legnano, per parlare del conflitto in corso in Palestina. (LegnanoNews.com)

La senatrice a vita: l'accusa di genocidio proietta su Israele l'immagine del male assoluto (Open)

Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza, ma di crimini di guerra e contro l'umanità»

La senatrice sul Corriere della Sera: "A Gaza sono crimini di guerra e contro l’umanità. I caratteri tipici dei genocidi sono la pianificazione della eliminazione completa dell’etnia e l’assenza di un rapporto funzionale con una guerra" Segre: “A Gaza non è genocidio (Dire)

La senatrice a vita Liliana Segre, in un intervento sul Corriere della Sera, ha espresso preoccupazione per l’uso del termine genocidio riferito alla situazione a Gaza. Secondo Segre «non ricorrono in questo caso le caratteristiche distintive dei principali genocidi riconosciuti, come l’Holodomor, la Shoah o il genocidio in Ruanda». (Lettera43)

Eppure, o ti adegui e ti unisci alla campagna che tende ad imporre l’uso del termine «genocidio» per descrivere l’operato di Israele nella guerra in corso nella Striscia di Gaza, o finisci subito nel mirino come «agente sionista». (Corriere della Sera)