Libano, il comandante dell'esercito Joseph Aoun eletto presidente
Nelle sedute parlamentari, da allora al giugno 2023, prima dell'inizio delle ostilità con Israele, era sempre mancato il consenso tra le forze politiche, in assenza di una chiara maggioranza in Parlamento.Fallito il primo scrutinio, con 71 voti per il comandante dell'esercito contro gli 86 necessari, al secondo ne ha conquistati 99, ne servivano 65. "Il mio impegno è quello di esercitare il mio ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate e di Presidente del Consiglio Supremo di Difesa, attraverso il quale lavorerò per affermare il diritto dello Stato ad avere il monopolio delle armi", ha detto ancora il neo-presidente, che ha anche annunciato di voler discutere "una strategia di difesa per lo Stato libanese per combattere contro l'invasione israeliana". (Tiscali Notizie)
Ne parlano anche altre fonti
Come in un gioco dell’oca mediorientale, dopo due anni di vacatio e dopo mesi di disastro bellico contro Israele, l’azzeramento quasi completo di Hezbollah e un cessate il fuoco che resta più fragile che mai, il Parlamento di Beirut ha eletto l’attuale capo dell’esercito, il generale Joseph Aoun, come 14° presidente del Libano. (L'HuffPost)
Il generale 60enne, dal 2017 a capo delle forze armate, è sostenuto dai Paesi occidentali e da quelli arabi del Golfo ostili all'Iran (Sky Tg24 )
metropolisweb Il re saudita Salman e il principe ereditario Mohammed bin Salman si sono congratulati per l’elezione del nuovo presidente del Libano, Joseph Aoun. (Metropolisweb)
Così l’estremo difensore: “Il derby vinto? Chiaro che porta entusiasmo, ma non dobbiamo esagerare. Partita bellissima ed emozionante, siamo molto felici di aver vinto però alla fine si va avanti. Non dobbiamo pensare ai risultati negativi in trasferta, andiamo a Bologna per vincere che è fondamentale per noi in questo momento“. (Europa Calcio)
C’è invece un legame storico. Un altro generale, un altro Aoun, dopo Michel, anche se i due non hanno alcun legame di parentela. (La Stampa)
Aoun è stato eletto dopo la seconda seduta del Parlamento di Beirut, quando era sufficiente una maggioranza semplice di 65 voti (su 128). (Il Fatto Quotidiano)