Giorgio Gori: «La risoluzione Ue sull'Ucraina andava votata senza eccezioni»
«Siamo noi a tenere il Pd ancorato alla linea dei Socialisti europei». Lo spiega Giorgio Gori, eurodeputato del Pd, in un'intervista al Foglio in cui serra i ranghi dei riformisti, dopo il voto della risoluzione sull'Ucraina riguardante l'utilizzo delle armi europee contro obiettivi militari russi, in cui la delegazione di eurodeputati del partito si è frammentata su tre linee diverse. «Ne parlo come se lo avessi votato, anche se purtroppo nonero in Aula - prosegue Gori - ma, come ho spiegato, se ci fossi stato avrei votato con convinzione sì, perché quella risoluzione meritava a mio avviso di essere condivisa nella sua interezza, senza eccezioni». (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
Su altri media
Guerra in Ucraina: a Giù la maschera (Radio RAI) l’intervista al direttore di AD (Analisi Difesa)
Ma va perfino oltre, chiedendo ciò che il governo italiano non ha mai sostenuto: (Secolo d'Italia)
Video | “Sull’Ucraina l’Ue ha le idee chiare, l’Italia no”: parla il direttore dell’Eurocamera ROMA – “La votazione del Parlamento europeo dei giorni scorsi è stata a mio avviso la più importante degli ultimi anni: non solo sostiene l’invio di armi all’Ucraina, ma riconosce il diritto all’autodifesa di Kiev dando il via libera all’uso di armi Nato in Russia. (Dire)
Carola Rackete, l'ex capitana della Sea-Watch eletta a Strasburgo con la Linke, ha spiegato in un'intervista al quotidiano La Stampa, i motivi della sua scelta: "Essere di sinistra vuol dire stare dalla parte degli oppressi, siano essi in Palestina, in Kurdistan o in Ucraina: per questo l'Ue deve continuare a fornire armi a Kiev e consentirle di attaccare sul territorio russo". (EuropaToday)
BRUXELLES. È il messaggio che Carola Rackete manda ai suoi compagni della sinistra pacifista. (La Stampa)
Carola Rackete, eletta al Parlamento Europeo con Die Linke, parla oggi in un’intervista a La Stampa del suo voto sul sostegno militare a Kiev. Essere di sinistra vuole dire stare dalla parte degli oppressi. (Open)