ASC si racconta – Acquacoltura responsabile, per il mare, le persone ed il pianeta
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Chi siamo Aquaculture Stewardship Council (ASC) è un’organizzazione non governativa no profit fondata dal WWF Paesi Bassi e IDH (Dutch Sustainable Trade Initiative) con la missione di trasformare l’acquacoltura in un’industria più sostenibile. ASC mira a garantire che i prodotti ittici provenienti da allevamenti certificati siano ottenuti in modo responsabile, rispettando l’ambiente e le persone. caption id="attachment_54498" align="aligncenter" width="2560" ASC mussels Offshore shellfish UK 2023/caption Perché sceglierci Produttori e rivenditori 1. (PesceInRete)
La notizia riportata su altre testate
Subito dopo il nero e i titoli di testa, però, c'è una corsa ben diversa ad attendere Samia (Ilham Mohamed Osman): cresciuta col sogno di Mo Farah nella Somalia post generale Barre, in una Mogadiscio lacerata dal conflitto civile, dovrà andare più veloce dei trafficanti, delle onde, dei signori della guerra e degli islamisti che, sulla pista, la vorrebbero avvolta nel chador. (MYmovies.it)
Cambi angolazione geografica, dall’Alabama alla Somalia, e ti sembra di cambiare pianeta. Non siamo qui a parlare di film “necessari”, di film pro o contro qualcuno o qualcosa. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo i prestigiosi riconoscimenti ottenuti ai festival di Tribeca e Roma, il film debutta in Italia con un evento esclusivo che celebra l’indimenticabile storia di Samia Yusuf Omar, giovane atleta somala e simbolo di speranza e determinazione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Racconta Yasemin Samdereli di avere tenuto il progetto di questo film nel cuore per almeno sei anni: «Non ho lottato così tanto e così a lungo dopo il primo film, Almanya – La mia famiglia va in Germania per niente altro» scrive nelle note di regia. (il manifesto)
Ma non importava: ce l’aveva fatta, e tutto il pubblico di Pechino applaudì quella ragazzina minuscola, con i leggins neri e una magliettina di cotone. Samia Yusuf Omar aveva 17 anni, le gambe magre e lunghe da antilope. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Nell’estate del 2008 una esile ragazzina somala di 17 anni sfida le atlete più forti del mondo sui 200 metri alle Olimpiadi di Pechino. Il cuore le batte forte, sinora si è allenata come poteva di nascosto dalle milizie islamiche che dominano il suo Paese, e pur essendo l’atleta più veloce della Somalia Samia Yusuf Omar arriverà ultima, ma con tutto il pubblico dello stadio e del mondo pronto a tifare per il suo coraggio. (Avvenire)