Matteo Manfredi: "La Samp deve salvarsi, il resto non conta. Mancini è un amico che mi aiuta"
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Poco dopo mezzogiorno, Matteo Manfredi è apparso sulla strada che conduce al Poggio di Bogliasco, diretto al centro sportivo "Gloriano Mugnaini", dove già si trovavano Andrea Mancini, Alberico Evani, Attilio Lombardo e Giovanni Invernizzi, insieme a diversi giocatori, tra cui Fabio Borini – reintegrato ma escluso dalla lista dei 25 – e il capitano Bartosz Bereszynski. Il presidente della Sampdoria, raggiunti i microfoni di Sky Sport, ha parlato senza mezzi termini: «Adesso dobbiamo lavorare, abbiamo perso tante occasioni per dimostrare che cos’è la Sampdoria. Ora andiamo a giocare da Sampdoria».
Manfredi, che ha assunto la guida del club in una delle stagioni più complicate della sua storia, ha ribadito la necessità di concentrarsi esclusivamente sulla salvezza. «Il resto non conta», ha aggiunto, sottolineando come la squadra, attualmente terzultima in Serie B, rischi un crollo senza precedenti. La scelta di affidarsi a volti noti del passato blucerchiato – come Evani, Lombardo e lo stesso Mancini, che supporterà il progetto da consulente – è stata dettata dall’urgenza di invertire una rotta che, finora, ha portato solo delusioni.
«Mancini mi è stato vicino dall’inizio di questa avventura», ha spiegato Manfredi, negando di aver dovuto convincere l’ex ct della Nazionale. «Nei momenti difficili, chi ti stima non ha bisogno di essere persuaso». Una dichiarazione che sembra voler stemperare le critiche su un’operazione considerata da molti come l’ultimo tentativo di evitare il baratro. La squadra, infatti, non solo fatica a risalire in classifica, ma deve fare i conti con una crisi che, se non arginata, potrebbe portare a un epilogo impensabile fino a pochi mesi fa: la Serie C.
Intanto, al Mugnaini si lavora freneticamente. Evani, chiamato a guidare la squadra insieme a Lombardo, ha iniziato subito a impostare gli allenamenti, mentre Mancini – pur senza un ruolo ufficiale – sarà una presenza costante. Borini, pur escluso dalla lista, è stato reintegrato nel gruppo, segnale di una tregua dopo le tensioni degli scorsi mesi. Resta il fatto che, tra i tifosi, l’ottimismo scarseggia: dopo una stagione iniziata male e proseguita peggio, la fiducia si misura in termini di sopravvivenza, non di ambizioni.