Cristoforetti (comitato Papi): «Il voto sull’orso un successo, ora il modello Slovenia»
Un’onda capace presto di coinvolgere anche il resto del Trentino Occidentale. Così Pierantonio Cristoforetti, presidente del comitato «Insieme per Andrea Papi», legge il risultato della consultazione sull’orso in Val di Sole voluta proprio dal comitato. Qual è la reazione a caldo? «Direi che è stato un ottimo risultato. Sapevamo che il «Sì» avrebbe vinto, ma il risultato, superiore al 98%, è da sottolineare. (Il T Quotidiano)
Ne parlano anche altre testate
TRENTO . Gli orsi non cambiano il loro status di animali protetti, com'è ovvio, una consultazione locale non ... (Virgilio)
Proposta cacciata di lupi e orsi: dice sì il 98%, ecco cosa accradrà adesso Il referendum sui grandi carnivori va malissimo: tutti li ritengono pericolosi per l'uomo (Ottopagine)
E ora che hanno ripopolato, li si vuole uccidere? Forse, per evitare problemi, basterebbe che gli umani non si avvicinassero al loro habitat In Trentino gli abitanti hanno votato in un referendum e hanno deciso di non volere gli orsi. (il Giornale)
Una campagna d’odio che non ha minimamente inciso sulla percezione di sicurezza della maggioranza dei cittadini”. In una nota l’associazione animalista evidenzia come quello uscito dalle urne sia “lo sfogo di una parte di cittadini strumentalizzata dalla campagna orsicida lanciata da Fugatti. (Nos Magazine)
Per il Presidente del Comitato Insieme per Andrea Papi che ha promosso l'iniziativa ora la politica deve agire, magari importante il modello sloveno. Gli animalisti della Lav invece prendono le distanze da una consultazione che non ha valore vincolante per le istituzioni. (Fanpage.it)
E, come era facilissimo da prevedere, la grande maggioranza ha detto che l’orso non lo vuole.Il quesito, stampato su migliaia di schede, campeggiava da giorni su tutte le bacheche della zona: «Ritieni che la presenza di orsi e lupi in zone densamente antropizzate come la Val di Sole, la val di Pejo e la val di Rabbi sia un pericolo per la sicurezza, un danno per l’economia e per la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?». (Corriere del Trentino)