L'ambulante bengalese che ha venduto la 'banana di Cattelan' a 25 centesimi: "Sono povero. Chi l'ha comprata sa che è un frutto?"

Ogni giorno Shah Alam vende decine di banane a a 35 centesimi l’una o quattro per un dollaro fuori da Sotheby’s. E così la scorsa settimana è diventato, senza saperlo, il protagonista di una vendita che, varcate le porte della casa d’aste newyorkese, si è trasformata nell’acquisto di un frutto più costoso al mondo. La sua banana, infatti, è diventata quella “di Cattelan”, battuta per 6,2 milioni e finita nelle mani del miliardario Justin Sun. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

AZ Picerno, Bernardotto: “Mai vista in tanti anni di C una classifica così. Punto alla doppia cifra. Obiettivo Picerno? La salvezza, ma tutto può succedere…” (Terzo Tempo Napoli)

Il commerciante si chiama Antonio Basso, da sempre dotato di garbo e grande senso dell'ironia. E' così, attaccando con lo scotch al muro fuori dalla sua attività una banana, che il titolare del negozio di frutta e verdura di paese, ha fatto il verso ad una notizia che ha fatto il giro dei social e dei commenti al bar. (TG Padova)

Si è chiusa da pochi giorni a Baku, in Azerbaigian, la 29esima Conferenza delle Parti, COP2, della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici . (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

La banana di Cattelan vale 6 milioni? Parla Sgarbi: “Un bene in fuga…”

Alla fine, però, a far parlare è Inviti Naike Rivelli e sai che troverà un modo per far parlare di sé. (Io Donna)

Il New York Times ha cercato e trovato il fruttivendolo che ha venduto la banana diventata protagonista di “Comedian”, l’opera concettuale di Maurizio Cattelan battuta all’asta da Sotheby’s e acquistata a 6,2 milioni dal collezionista cinese Justin Sun. (L'Unione Sarda.it)

L’ha pagata 6,2 milioni di dollari: Justin Sun, fondatore della piattaforma Tron, intende mangiare la creazione dell’artista padovano “come parte di questa unica esperienza artistica, onorandone il ruolo sia nella storia dell’arte che nella cultura pop”. (Nicola Porro)