Natisone, l'ultima chiamata: «Venite a salvarci, avvisate mia mamma». Indagati un infermiere e tre vigili del fuoco
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Quattro chiamate, una delle quali caduta nel vuoto. E l’ultima è un’implorazione: «Venite a salvarci, avvisate mia mamma». L’acqua del Natisone sale inesorabilmente, i tre ragazzi sanno di non poter farcela da soli, la voce di Patrizia Cormos è concitata. Sono le 13,29 del 31 maggio scorso, Patrizia, vent’anni, l’amica Bianca Doros, 23 anni, e il fidanzato venticinquenne Cristian Casian Molnar sono intrappolati su un isolotto del fiume. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
La Procura della Repubblica di Udine ha iscritto sul registro degli indagati tre vigili del fuoco della sala operativa e un infermiere del Numero unico di emergenza 112, perché ritenuti responsabili, nell'ambito della gestione del protocollo per l'emergenza, per la tragedia avvenuta sul fiume Natisone dove, il 31 maggio, morirono Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, annegati dopo essere stati travolti dal fiume in piena. (Il Sole 24 ORE)
È con loro che mia figlia ha parlato e sono loro che, in base a quanto riferito sul pericolo che stavano correndo, hanno deciso il da farsi». Maria Mihaela Tritean non ha dubbi: la decisione della procura di Udine di indagare per omicidio colposo tre vigili del fuoco della sala operativa e un infermiere del Numero unico di emergenza è doverosa. (ilmattino.it)
Patrizia, Bianca e Cristian si abbracciano. Sulle sponde del Natisone – che si fa sempre più grigio, impetuoso e minaccioso – la gente osserva e vorrebbe tender le mani, ma è consapevole che non si può andare contro la forza di un fiume arrabbiato. (Il Messaggero Veneto)
Si poteva e doveva fare di più. «Il tempo per salvarli c’era. (la Repubblica)
L'accusa a tre vigili del fuoco e a un operatore della sala emergenze. Le telefonate di Patrizia e l'allarme partito in ritardo. Uno dei due apparecchi distante solo 12 minuti di volo (Open)
Nella sua casa di Campoformido, alle porte di Udine, legge le ultime notizie sulle indagini avviate per far chiarezza sui tempi dei soccorsi. La famiglia continua ad avere fiducia nel lavoro degli inquirenti. (ilgazzettino.it)