Ryanair chiede l'abolizione della tassa d'imbarco per investire in Italia

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ECONOMIA

Ryanair, la compagnia aerea low cost nota per le sue tariffe competitive, ha recentemente sollevato una questione cruciale per il futuro dei suoi investimenti in Italia. Fabrizio Francioni, Head of Communications Italy di Ryanair, ha dichiarato che la tassa d'imbarco, che grava sui biglietti aerei, rappresenta un ostacolo significativo per la crescita degli aeroporti italiani, in particolare quelli di Milano e Roma. La compagnia ha presentato un programma estivo ambizioso, ma ha sottolineato che l'abolizione di questa tassa potrebbe portare a un aumento del numero di aeromobili basati in Italia.

La battaglia di Ryanair contro l'addizionale comunale d'imbarco non è nuova. Questa tassa, che finisce per lo più nelle casse di Roma, è vista come un peso eccessivo dalle compagnie aeree, soprattutto quelle low cost. Ryanair, in particolare, ha minacciato di ridurre i voli su Roma durante il periodo del Giubileo, una mossa che ha suscitato reazioni contrastanti. Il CEO di Ryanair, Eddie Wilson, ha criticato apertamente gli scali di Ciampino e Fiumicino, lamentando i costi elevati e le restrizioni anti-rumore che limitano il numero di voli giornalieri.

Nonostante queste difficoltà, Ryanair continua a considerare la Lombardia come il fulcro del suo mercato italiano. Il programma operativo estivo 2025 della compagnia include 819 rotte, di cui 64 nuove, su 32 aeroporti. Tuttavia, Wilson ha ribadito che l'abolizione dell'addizionale municipale potrebbe stimolare ulteriormente la crescita degli aeroporti in regioni come Abruzzo, Calabria e Friuli-Venezia Giulia, che hanno già beneficiato di un aumento delle rotte e degli aeromobili basati.

In un contesto di crescenti tensioni tra Ryanair e le autorità aeroportuali italiane, la compagnia ha annunciato la rimozione di un aeromobile dall'aeroporto di Fiumicino, destinandolo a scali con costi operativi più bassi.