Israele, Onu, Italia: spari contro base Unifil, "si mette male"

La raccomandazione dopo che il quartier generale della missione Onu e due basi italiane sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'Idf. Fonti Onu: "Per ora restiamo ma si mette male" Israele è concentrato sulla lotta contro Hezbollah e chiede alle forze dell'Unifil nel sud del Libano di spostarsi a nord. Questa la raccomandazione arrivata poche ore dopo che il quartier generale della missione Onu e due basi italiane sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell'Idf, le forze di difesa israeliane, provocando il ferimento di due caschi blu (Adnkronos)

La notizia riportata su altre testate

Le loro condizioni non sono gravi, riferiscono fonti mediche locali. Non si contano feriti tra le forze italiane presenti. (SardiniaPost)

Il punto di osservazione… (L'HuffPost)

A Zelensky e Netanyahu tutto è concesso. Se conviene agli Stati Uniti. E a noi non resta che metterci sugli attenti (LA NOTIZIA)

Unifil, perché l'attacco di Israele? L’interesse di Tel Aviv sulla missione: il controllo del confine con il Libano

Protesta formale dell’Italia con Israele dopo che il quartier generale e due basi italiane dell’Unifil nel sud del Libano sono state raggiunte da colpi di armi da fuoco da parte dell’esercito di Tev Aviv. (OglioPoNews)

– Nel Medio Oriente sempre più in fiamme mezzo mondo chiede spiegazioni a Israele per i colpi di artiglieria sparati contro le basi dei caschi blu. Gregory Alegi, membro di Fondazione Icsa, intelligence e analisi strategiche, è la prima volta che si registra un attacco al contingente Unifil? “Direi di sì, i caschi blu sono normalmente impegnati in operazioni di peacekeeping e tranne episodi di frizioni con le popolazioni locali non mi risulta siano mai stati attaccati in modo diretto. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L’interposizione dei “peace-keepers”, i mantenitori della pace col casco blu dell’Onu, in buona parte italiani, ostacola l’avanzata di Israele e di fatto si presenta, agli occhi dell’Idf, come uno scudo protettivo non solo per i civili ma per i guerriglieri sciiti filo-iraniani che all’ombra di quelle basi internazionali cercano riparo. (ilmessaggero.it)