Unicredit e Banco BPM, la contesa sulla formazione del prezzo

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ECONOMIA

La recente disputa tra Unicredit e Banco BPM, che ha coinvolto anche la Consob, si è intensificata con l'esposto presentato da Banco BPM. Quest'ultimo contesta la formazione del prezzo del concambio indicato nell'ops, sollevando diverse criticità. Tra queste, spiccano il mancato considerare l'opa lanciata su Anima e l'asserita indeterminatezza sugli altri due fronti aperti dall'Istituto di piazza Gae Aulenti: quello tedesco, con la tentata operazione Commerzbank, e quello russo, con la querelle sulla dismissione delle attività nella Federazione.

Banco BPM ha evidenziato come il corrispettivo dell'offerta sia incongruo e anomalo, caratterizzato da un carattere provvisorio e subordinato a condizioni implicite non dichiarate nelle comunicazioni ufficiali. Inoltre, l'istituto di Piazza Meda ha sottolineato l'imposizione agli azionisti di un periodo di incertezza immotivatamente lungo, con una tempistica dell'ops volta a ostacolare l'esecuzione dell'opa su Anima, privando così gli azionisti della possibilità di aderire alla proposta del Banco.

Nel frattempo, Unicredit ha comunicato di aver sottoscritto ulteriori strumenti sino al 28% di Commerzbank, ribadendo che le due operazioni, quella tedesca e quella italiana, sono assolutamente distinte. In Piazza Affari, nel primo pomeriggio, Unicredit ha registrato un balzo dell'1,8% a EUR38,8, mentre Banco BPM è rimasto stabile a EUR7,9 per azione.

La battaglia tra i due istituti bancari, dunque, entra nel vivo, con il management di Banco BPM che si difende attaccando Unicredit sulla sua solidità e chiedendo l'intervento della Consob.