Giovani annegati nel Natisone. Inchiesta sui tempi dei soccorsi
Ci sono quattro indagati nell'inchiesta sulla tragedia del Natisone, il fiume friulano dove lo scorso 31 maggio morirono, travolti dalla piena conseguenza di una violenta ondata di maltempo che aveva colpito la zona, tre giovani che stavano facendo una gita lungo le sponde del corso d'acqua, nei pressi del ponte romano di Premariacco, in provincia di Udine. Non si tratta dei vigili del fuoco che hanno cercato eroicamente di salvare i ragazzi, anche buttandosi in acqua e sfidando la corrente, ma del personale che ha gestito il protocollo di emergenza. (il Giornale)
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Gli indagati per la tragedia del Natisone sono quattro. (Friuli Oggi)
Abbiamo sempre detto di avere piena fiducia nella magistratura e l'impulso recente dell'inchiesta conferma la grande attenzione con cui si sta conducendo»: lo ha detto, all'Ansa, l'avvocato Gaetano Laghi, legale di Cristian Molnar, il ragazzo di 25 anni morto assieme a due amiche dopo essere stato travolto dalle acque del Natisone in piena, lo scorso 31 maggio. (ilgazzettino.it)
Sono le 13,29 del 31 maggio scorso, Patrizia, vent’anni, l’amica Bianca Doros, 23 anni, e il fidanzato venticinquenne Cristian Casian Molnar sono intrappolati su un isolotto del fiume. Quattro chiamate, una delle quali caduta nel vuoto. (ilmessaggero.it)
Abbiamo sempre detto di avere piena fiducia nella magistratura e l'impulso recente dell'inchiesta conferma la grande attenzione con cui si sta conducendo": lo ha detto, all'ANSA, l'avvocato Gaetano Laghi, legale di Cristian Molnar, il ragazzo di 25 anni morto assieme a due amiche dopo essere stato travolto dalle acque del Natisone in piena, lo scorso 31 maggio. (Tiscali Notizie)
La videoricostruzione di Alessandro Cesare. Cosa avvenne il 31 maggio, le ipotesi accusatorie, le modalità dei soccorsi e gli interrogativi sugli eventuali ritardi nelle operazioni di soccorso. E la conferma che mercoledì 4 dicembre i quattro indagati non si presenteranno in Procura a Udine per l'interrogatorio di garanzia. (Il Messaggero Veneto)
E sperano che qualcuno arrivi a salvarli. Sulle sponde del Natisone – che si fa sempre più grigio, impetuoso e minaccioso – la gente osserva e vorrebbe tender le mani, ma è consapevole che non si può andare contro la forza di un fiume arrabbiato. (Il Messaggero Veneto)