Nomine Ue: perché Meloni ha deciso lo strappo e i margini per ricucire

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Morti sul lavoro

L’accordo arriva poco prima della mezzanotte. Il Consiglio europeo dà il via libera alla candidatura per un secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione, elegge il socialista Antonio Costa presidente del Consiglio e affida alla liberale estone Kaja Kallas il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera. La decisione sui top jobs è presa ma senza il sì dell’Italia. Giorgia Meloni vota infatti contro Costa e Kallas e decide di astenersi su von der Leyen. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

Dopo una lunga giornata di trattative, alla fine le nomine sono passate nonostante la volontà dell’Italia: la premier Giorgia Meloni ha votato “no” a Kallas e Costa mentre si è astenuta su von der Leyen, confermando la volontà di non rompere con la presidente della Commissione. (Il Fatto Quotidiano)

Ad esempio la rabbia di Giorgia Meloni, che si traduce in promesse (vane) di riscossa alla vigilia del Consiglio europeo: questa notte – fa trapelare - li farò ballare. BRUXELLES — Nulla è come sembra, al tavolo delle nomine di Bruxelles. (la Repubblica)

E il rischio isolamento? «Il ruolo dell’Italia non è accodarsi». BRUXELLES. (La Stampa)

Italia sì, Italia no. Il doppio gioco di Meloni e del Ppe

Lo ha detto la premier Giorgia Meloni dopo il via libera del Consiglio europeo ai 'top job', spiegando di aver "deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini europei e del loro voto". L'Italia ha votato contro Costa e Kallas, mentre si è astenuta su von der Leyen. (Adnkronos)

. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso via X "le congratulazioni a Ursula von der Leyen, Kaja Kallas e Antonio Costa" per la nomina ai vertici delle istituzioni comunitarie "Un segnale importante. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

I capi di governo e i principali partiti vogliono chiudere a ogni costo e puntano a evitare il voto. Una volta accertato che c’è la maggioranza qualificata, che bisogno c’è di verificare se anche tutti gli altri sono d’accordo? L’escamotage rivela quanto i leader stessi siano preoccupati. (il manifesto)