Cult, “Il segno del comando” terrorizzò tutta l’Italia negli anni ’70: oggi torna in libreria mentre Teche Rai e Dvd continuano a riproporne le atmosfere tenebrose
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L’orologio settecentesco del negromante Ilario Brandani che si ferma inspiegabilmente alla morte del colonnello Tagliaferri… l’enigmatica statua dell’angelo “messaggero di pietra” che custodisce dossier segretissimi…l’allucinata seduta spiritica con quell’urlo agghiacciante della medium velata di nero…i surreali manichini della misteriosa Sartoria Paselli con la finestra che piomba nel buio all’improvviso… Impossibile dimenticare le scene madri de “Il segno del comando”, lo sceneggiato in assoluto più avvincente della Rai: a fine ottobre in libreria con una nuova, libera trasposizione firmata da Loredana Lipperini ed edita da RaiLibri che progetta un’apposita collana sulle mitiche serie ’60-’70. (Il Giornale d'Italia)
Ne parlano anche altre testate
Avrebbe dovuto essere una serata di festa e, invece, si è trasformata in un nuovo motivo per accendere la polemica intorno alla più recenti decisioni di Rai. Il giornalista abruzzese ha raccontato di aver lasciato il Palazzo dei Congressi addirittura indignato: una scelta che non si sarebbe mai aspettato vista la storia della sua trasmissione di seconda serata, Porta a Porta, e che non avrebbe trovato spazio all'interno della manifestazione. (DiLei)
Rosanna Ilaria Donato Web Content Editor Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate. (Libero Magazine)
Si è alzato e ne ne è andato senza pensarci su due volte. Erma evidentemente molto irritato Bruno Vespa, giornalista, conduttore e scrittore che non ha preso bene l’assenza del suo programma storico - che ancora conduce - ovvero "Porta a Porta" tra quelli ricordati in occasione delle celebrazioni per i 100 anni della radio e dei 70 della televisione. (AreaNapoli.it)
Evento che si è svolto a Roma, presso Palazzo dei Congressi. Un Bruno Vespa indignato e arrabbiato ha scritto nella mattinata di oggi, domenica 6 ottobre 2024, una nota stampa, per esprimere tutto il suo disappunto dopo aver partecipare nella serata di sabato alle celebrazioni dedicate a radio e televisione italiane. (La Gazzetta dello Sport)
Per la celebrazione dei cento anni della radio (e i 70 della tv) si aspettava almeno una citazione. Che venisse riconosciuto tangibilmente il suo passaggio nella storia della televisione di Stato. (il Giornale)
La Rai non sa più creare un evento, qualcosa cioè che ci allontani dalla sensazione media del guardare, un sigillo che si imprima sulla materia trattata. Tutto qui? Basta fare il confronto con «Cari amici vicini e lontani» di Renzo Arbore in onda su Rai Storia per capire una sostanziale differenza. (Corriere della Sera)