Macron resiste, Barnier vacilla. Le Pen ha un grande motivo in più per farlo cadere (di A. Mauro)

Nel dibattito politico scoppiato in Francia intorno al braccio di ferro che rischia di trascinare il paese verso il baratro di una crisi del debito sul modello di quella greca di oltre dieci anni fa, si scommette che Marine Le Pen la tirerà per le lunghe. Lunedì è previsto l’incontro della leader del Rassemblement National con il primo ministro Michel Barnier per tentar… (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri giornali

Anche la Borsa di Parigi è in subbuglio e il Cac 40, l’indice dei 40 titoli principali del listino d’Oltralpe, con un nuovo calo dello 0,73%, è scivolata al minimo da un anno. (Corriere della Sera)

I rendimenti dei titoli di stato europei si muovono al ribasso, con il costo di finanziamento del Bund decennale al 2,10% e quello del Btp decennale al 3,30%. Lo spread tra i due titoli si restringe ulteriormente a 121 punti base. (Milano Finanza)

respinge l'ultimatum posto dal Rassemblement national di Marine stabilità e di visibilità per poter investire", ha aggiunto. (Tuttosport)

Nota serale: Francia, la nuova Grecia (ma prima o poi tocca a tutti)

Il primo scoglio è stato superato. Resta il secondo scoglio, quello politico: Michel Barnier, il primo ministro francese che rischia una mozione di censure per il suo governo di minoranza, vede avvicinarsi della scadenza dell’ultimatum del Rassemblement national, la forza di destra radicale che minaccia un’inedita convergenza con la sinistra per sfiduciare l’esecutivo. (Il Sole 24 ORE)

Neppure troppo velata, la sceneggiatura horror ipotizzata per la Francia dal premier Barnier due giorni fa era di «gravi turbolenze sui mercati» in caso di sfiducia al governo. Ma ieri il 73enne neogollista, scelto da Macron per guidare il Paese dopo le elezioni anticipate, ha sparigliato: provando a salvarsi, ha accolto a sorpresa alcune istanze dei lepenisti, piazzando in manovra 3 miliardi per evitare l'aumento delle bollette dell'elettricità come chiesto dal Rassemblement national (il Giornale)

Ora tocca alla Germania e, in misura ben maggiore alla Francia: come abbiamo scritto quest’ultimo paese viene a rischiare una sorta di gestione provvisoria e di sfondare il 5% del rapporto Deficit/PIL, a fronte di una crescita molto limitata del PIL francese. (Scenari Economici)