Sfide per l'industria automobilistica italiana
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L'industria automobilistica europea, e in particolare quella italiana, sta attraversando una crisi senza precedenti. Le recenti decisioni politiche di Bruxelles, che includono lo stop ai motori a combustione a partire dal 2035, hanno aggravato una situazione già critica. La concorrenza cinese, sempre più agguerrita, e il declino della produzione italiana, in atto da oltre trent'anni, hanno contribuito a un quadro desolante.
A settembre 2024, la produzione di autovetture in Italia è crollata del 50,5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, con solo 25.000 unità prodotte. Questo calo drastico è stato evidenziato dall'ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), che ha lanciato un allarme chiedendo al Governo di rivedere la decisione di tagliare dell'80% il Fondo Automotive. La produzione complessiva del settore ha registrato una diminuzione del 30% rispetto a settembre 2023, e nei primi nove mesi del 2024 si è contratta del 19,6%.
Le conseguenze di questa crisi sono devastanti: 25.000 posti di lavoro sono a rischio, e secondo un'analisi di Alix Partners, il numero potrebbe raddoppiare nel breve periodo. Si prevede che il 2024 si chiuderà con meno di 500.000 veicoli prodotti, il peggior risultato dal 1956. La situazione è resa ancora più grave dai tagli annunciati da grandi case automobilistiche come Volkswagen, Nissan e Audi, mentre Stellantis è in piena crisi.
L'industria automobilistica italiana, un tempo fiore all'occhiello del Paese, sta vivendo una fase di de-industrializzazione che sembra inarrestabile.