Perché il Belgio ha vietato le sigarette elettroniche usa e getta (e invita l'Europa a fare lo stesso)

Il Belgio ha compiuto un importante passo nella lotta contro il fumo e l’inquinamento ambientale, diventando il primo paese dell’Unione Europea a vietare le sigarette elettroniche usa e getta, conosciute anche come "puff". La misura, in vigore dal 1° gennaio 2025, ha l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, in particolare quella dei giovani, e di ridurre l’impatto ambientale dei dispositivi monouso. (News Prima)

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Il Belgio è il primo in Europa a bandire queste sigarette. La vendita di questi "puff", come vengono chiamati in gergo, sarà vietata per tutelare la salute dei più giovani, soprattutto minorenni, tra cui queste sigarette sono molto in voga (hanno colori vivaci e un sapore dolce). (ilmessaggero.it)

Quasi un quindicenne su tre fuma regolarmente o almeno ha provato la sigaretta elettronica e se si sale nella fascia tra i 16 e i 17 anni la percentuale arriva al 39%. (La Repubblica)

Il Belgio dice addio alle sigarette elettroniche usa e getta, diventando il primo Paese in Europa a introdurre il divieto. La norma è entrata in vigore dal primo gennaio. Il governo belga chiede ora alla nuova Commissione europea di estendere la stretta anche agli altri ventisei Paesi Ue. (Blitz quotidiano)

In Belgio addio alle sigarette elettroniche usa e getta: primo Paese Ue a farlo

Il divieto scattato ieri 1 gennaio. Il governo belga chiede inoltre alla Commissione europea di Ursula von der Leyen di estendere la stretta agli altri 26 Paesi Ue. Si tratta di un provvedimento necessario per "motivi sanitari e ambientali", ha spiegato il ministro della Salute belga (Sky Tg24 )

Perché quelle dolci e aromatiche “Puff”, da fumare, anzi da “svapare” di nascosto a genitori, prof e adulti giustamente salutisti, sarebbero «il primo passo verso la dipendenza da nicotina e altre sostanze». (la Repubblica)

La stretta entrerà in vigore dal primo gennaio 2025 e include anche un divieto di fumo in numerosi spazi pubblici, come impianti sportivi, zoo, parchi giochi e aree vicine a scuole e ospedali. Si tratta di un provvedimento necessario per "motivi sanitari e ambientali", ha spiegato il ministro della Salute, Frank Vandenbroucke. (EuropaToday)