"Tagli alla ricerca. L’Università è sotto attacco"

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LA NAZIONE INTERNO

È un momento difficile per il mondo della formazione e della ricerca, che è sceso ieri in piazza in tutta Italia durante lo sciopero generale indetto da Flc Cgil e che ha visto partecipare anche tanti lavoratori del settore pubblico e dell’universo della sanità. Sotto accusa la manovra finanziaria e l’operato del ministero dell’Università e della ricerca guidato da Anna Maria Bernini, con i tagli ai finanziamenti e l’ulteriore precarizzazione del lavoro che rischiano di dare un brusco stop all’operato dei ricercatori. (LA NAZIONE)

La notizia riportata su altre testate

Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)

– L’Università di Pisa scende in piazza contro i tagli. “Per il nostro ateneo si tratta di un taglio veramente pesante: benché sia formalmente quantificato in circa 7 milioni di euro, di fatto corrisponde a più del doppio per la revisione dell’impostazione di alcune voci contabili. (LA NAZIONE)

TERAMO. La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)

“Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)

Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, la rilevazione fatta alle 18 di giovedì - e riguardante quasi il 57% delle scuole italiane - indicava infatti una percentuale di adesione media del 5,20%, con punte superiori al 6,5% tra il personale Ata, leggermente inferiori al 5% tra il personale docente, sotto l'un per cento tra i dirigenti e del 2% tra il personale educativo. (Il Sole 24 ORE)

«Lunedì spiegherò ai miei studenti perché ho scioperato e perché non era una giornata di festa ma di lotta» dice Rosanna, collaboratrice scolastica, mentre è in presidio sotto al ministero dell’Istruzione (e merito) di viale Trastevere, a Roma. (il manifesto)