Emanuela Orlandi, il caso del dossier in Vaticano: la novità dopo l'ultima audizione. L'avvocata della famiglia: «Lo cercavamo dal 2017»
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Per la famiglia di Emanuela Orlandi è una novità clamorosa. L'avvocata della famiglia, Laura Sgrò, dopo la lunga audizione dell’ex Comandante della Gendarmeria vaticana di giovedì: «Dall'audizione in Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori del dottor Domenico Giani, ex Comandante della Gendarmeria Vaticana, sono emerse due verità oramai incontrovertibili, delle quali Pietro Orlandi riferisce da anni. (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre fonti
Il criminale a cui si riferisce Giani è Enrico “Renatino” de Pedis. (Il Fatto Quotidiano)
Così al QN Mehmet Ali Agca. «Il 20 dicembre 1982 fu il Parlamento italiano a certificare che l'attentato era un complotto internazionale ufficializzando la pista bulgara - aggiunge - e dichiarando che il tentativo di uccidere papa Giovanni Paolo II era stato organizzato dai Paesi comunisti. (leggo.it)
Il 20 dicembre 1982 fu il Parlamento italiano a certificare che l’attentato era un complotto internazionale ufficializzando la pista bulgara e dichiarando che il tentativo di uccidere papa Giovanni Paolo II era stato organizzato dai Paesi comunisti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Parole dure, che riflettono un dolore mai sopito per una verità che, a distanza di 41 anni, sembra ancora lontana. “Hanno voltato le spalle a Emanuela e alla nostra famiglia”. (Repubblica Roma)
Ma nessuno in Vaticano ha voluto collaborare con noi”. Era il 22 giugno 1983 quando Emanuela faceva perdere le tracce di sé in Corso Rinascimento, territorio italiano, terminata la consueta lezione di musica nella scuola di Sant’Apollinare. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Secondo Pietro Orlandi sono emerse due verità dall'audizione in Commissione dell'ex capo della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani. Una riguarda l'esistenza di una "ricostruzione storica" su Emanuela. (Fanpage.it)