La fine del movimento Via a colpi di indagine

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INTERNO

L'indagine odierna, che ha portato alla seconda ordinanza di arresto per Nino Papania in pochi giorni, segna la fine del movimento VIA, fondato dall'ex senatore nel marzo 2020. Il movimento, acronimo di Valori, Impegno, Azione, è stato determinante in molte elezioni, come quelle a Marsala a sostegno del Sindaco Massimo Grillo. Tuttavia, la forza del movimento si sarebbe basata sui finanziamenti della formazione professionale, con i soldi destinati ai corsi degli allievi siciliani utilizzati per ottenere l'appoggio di alcuni politici locali.

L'inchiesta ha portato all'emissione di 14 misure cautelari tra Marsala, Trapani, Custonaci e dintorni, coinvolgendo 24 indagati. Tra questi, spicca l'ex senatore Papania, accusato di aver usato enti di formazione come bancomat per remunerare avversari politici e finanziare la campagna elettorale del movimento. Cinque indagati sono stati sospesi dalla funzione di consigliere comunale.

L'indagine della Procura di Marsala e di quella europea ha rivelato un uso spregiudicato dei fondi europei, destinati a progetti sociali mai realizzati. Gli enti di formazione professionale sono stati trasformati in strumenti per ottenere vantaggi politici e personali, violando ogni regola. Questo scandalo mette in luce ancora una volta le problematiche legate alla gestione dei fondi europei in Sicilia, un tema non nuovo a scandali e inchieste.

L'arresto di Papania e le misure cautelari emesse rappresentano un duro colpo per il movimento VIA, che aveva costruito la sua forza politica su una rete di finanziamenti illeciti e appoggi politici comprati.