Iran. Bandar Abbas in fiamme: sabotaggio, guerra strisciante e il fragile equilibrio del Medio Oriente
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Di Giuseppe Gagliano – Venerdì scorso una violenta esplosione ha devastato il porto di Shahid Rajaee a Bandar Abbas, arteria vitale dell’economia iraniana e crocevia strategico all’imbocco del Golfo di Hormuz. Un bilancio provvisorio, ma già gravissimo: almeno 28 morti e oltre 750 feriti, incendi ancora attivi e una nube tossica che sovrasta la città. Le cause ufficiali restano incerte. Ma la simultaneità di tre focolai, nel magazzino Sina, nel container yard e nell’Onik warehouse, rende sempre meno plausibile l’ipotesi di un semplice incidente industriale. (Notizie Geopolitiche)
Se ne è parlato anche su altre testate
“Finora, 40 persone sono morte a causa delle ferite causate dall’esplosione” ha detto alla televisione Mohammad Ashouri, capo della provincia di Hormozgan (sud), dove si trova il porto di Shahid Rajai, vicino alla città costiera di Bandar Abbas, sullo strategico stretto di Hormuz (Shipping Italy)
MeteoWeb (MeteoWeb)
Fonti israeliane dichiarano: «Non siamo coinvolti nell'esplosione». Poche ore prima a Muscat, in Oman, erano iniziati i colloqui tra negoziatori iraniani e americani sul nucleare di Teheran - come spiegato qui. (Corriere della Sera)

È stata causata da "negligenza" l'esplosione nel porto di Shahid Rajaee a Bandar Abbas, nell'Iran meridionale. (Sky TG24)
La società di sicurezza privata Ambrey ha affermato che il porto aveva ricevuto a marzo carburante per missili (lapresse.it)
Di sicuro non sono esplose installazioni petrolifere: la statale National Iranian Company ha dichiarato che l'esplosione non ha alcun collegamento con raffinerie, serbatoi di carburante, complessi di distribuzione o oleodotti. (TGLA7)