Iraq e Ucraina: quando si parla di crimini di guerra si ricordino anche quelli mai processati

Di Stefano Briganti Pochi giorni fa cadeva l’anniversario dell‘invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti: sono passati vent’anni. Nel 2003 la cosiddetta “comunità internazionale” non trovò nulla di osceno in tale azione. Era il periodo in cui il parossismo del terrorismo islamico faceva considerare ogni islamico un potenziale terrorista e una guerra agli Stati considerati “estremisti islamici” era giusta. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altre testate

Poi magari, vent’anni dopo, ti scandalizzi perché i cattivi hanno imparato dai buoni. Ah, sì, nel mentre ci sono stati morti incalcolabili, ma quelli evidentemente sono secondari, anzi, “necessari per i valori democratici”. (IlSudEst)

Vent'anni fa gli Usa e i loro alleati invadevano l'Iraq basandosi su bugie e prove palesemente false, denunciate all'epoca dal movimento pacifista globale. Causarono centinaia di migliaia di morti e una catena di conflitti ancora in corso Vent’anni fa, le truppe di terra statunitensi e alleate invasero l’Iraq. (Jacobin Italia)

Il 20 marzo di venti anni fa aveva inizio la criminale e illegale aggressione e occupazione militare dell’Iraq, guidata da Usa e Gran Bretagna, alla quale i nostri governi si sono accodati, “fondata” e “giustificata” sulla menzogna delle inesistenti “armi di distruzione di massa” del regime irakeno, sbandierata – tra l’altro – con l’ormai iconica fialetta fake da Colin Powell, Segretario di Stato di George W. (Il Fatto Quotidiano)

Mancavano poche ore a mezzanotte del 20 marzo 2003, quando le televisioni statunitensi interruppero improvvisamente le trasmissioni per mandare in onda il discorso del presidente George W. Bush che annunciava l’avvio delle operazioni contro l’Iraq di Saddam Hussein. (L'INDIPENDENTE)

Sono stati celebrati lunedì i vent’anni dall’inizio dell’invasione americana dell’Iraq. Per l’occasione il viadanese Paolo Bergamaschi, per tanti anni impegnati al Parlamento Europeo, ha prodotto un video che unisce un suo brano, montato assieme ad alcune immagini del fotografo di Casalmaggiore Tiziano Schiroli. (OglioPoNews)

L'esperienza non ha spinto gli Stati Uniti a cambiare il loro impegno militare, e nemmeno la strategia in Afghanistan. Quello che è cambiato nel dibattito è stato il tema di come uscire da questi interventi, secondo il filosofo di Princeton Il filosofo Michael Walzer (la Repubblica)