Da Nestlè a Barry Callebaut, la fabbrica di cioccolato che ha dato lavoro a generazioni di verbanesi
Era la fine degli Anni 90 quando la storica fabbrica di cioccolato di Verbania, in centro a Intra, corse il serio rischio di chiudere. Alcuni dipendenti per scongiurare la perdita del posto di lavoro erano andati anche in pellegrinaggio a Lourdes. Ci fu una mobilitazione di sindacati e istituzioni per salvare uno stabilimento che per oltre un secolo ha segnato la storia industriale di Verbania. A… (La Stampa)
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La notizia, totalmente inattesa, è stata data questa mattina alle Rsu e ai rappresentanti sindacali della Cisl Andrea Guagliardo ed Emilio Capacchione. «A luglio - dicono - ci erano state date informazioni di tutto altro segno: investimenti per superare criticità produttive». (La Stampa)
FORTE PREOCCUPAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E RICHIESTA DI UN IMMEDIATO TAVOLO DI CRISI Abbiamo appreso in data odierna dagli organi di informazione locali la decisione di BARRY CALLEBAUT di chiudere l’unità produttiva di Verbania entro il primo trimestre 2025. (Verbania Milleventi)
Ora però la multinazionale svizzera ha deciso di chiudere – entro il primo trimestre del 2025 – lo stabilimento lasciando a casa 115 lavoratrici e lavoratori tra diretti e somministrati. Cento anni di lavoro, in buona parte sotto le insegne di Nestlé e poi di Barry Callebaut negli ultimi trenta. (Il Fatto Quotidiano)
Giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia, data questa mattina dall’azienda a Rsu e rappresentanti sindacali, che chiuderà i battenti entro un anno lo stabilimento della Barry Callebaut (ex Nestlè) di Intra, che impiega in varie forme circa 160 persone. (Verbania Milleventi)
«E’ inaccettabile: la decisione di Barry Callebaut di chiudere lo storico stabilimento di Intra è un fulmine a ciel sereno che provoca un trauma socio-economico che Verbania non può reggere». (La Stampa)
La multinazionale del cioccolato Barry Callebaut, quotata a Zurigo, ha annunciato in una lettera ai dipendenti la chiusura dello stabilimento di Intra, in Piemonte. Nell’ambito del piano di investimenti da 500 milioni di franchi svizzeri annunciato un anno fa, infatti, è previsto solo il rilancio delle altre due fabbriche italiane, quella di Perugia e D’Orsogna, in provincia di Chieti. (Il Sole 24 ORE)