Le anomalie di Urano sono in realtà un inganno a Voyager 2
Urano non è così anomalo come lo abbiamo pensato finora, almeno dal punto di vista magnetico. Dopo quasi 40 anni, gli sconcertanti misteri della magnetosfera del pianeta mostrati da Voyager 2 si sono rivelati, infatti, frutto di un inganno a opera del Sole. Era il 1986 quando la sonda Nasa ha effettuato quello che rimane tuttora l’unico passaggio ravvicinato di Urano. Questo storico flyby ha mostrato agli scienziati una scoperta del tutto inaspettata: il campo magnetico di Urano manifestava forti asimmetrie e la presenza di fasce di elettroni altamente energetici. (Global Science)
La notizia riportata su altri media
L’incontro tra Voyager 2 e Urano, risalente al gennaio del 1986, rappresenta un evento storico e scientifico unico: mai prima di allora una sonda terrestre aveva esplorato così da vicino il settimo pianeta del Sistema Solare. (Libero Tecnologia)
Tracce d’acqua su una delle lune più piccole del sistema solare riaccendono la speranza di trovare nuove forme di vita? (CUENEWS | Space)
Un nuovo studio sul sorvolo di Voyager 2 su Urano ha permesso di scoprire da cosa dipendono le anomalie legate a tale pianeta. (Lega Nerd)
Se Giove e Saturno hanno poi ricevuto le loro visite più approfondite, con sonde come Galileo, Cassini-Huygens, o Juno, i giganti ghiacciati ne sono ancora sprovvisti. La missione delle Voyager è una miniera di dati e informazioni. (WIRED Italia)
Dall’analisi dei dati del Voyager 2 ottenuti nel 1986 durante il flyby di Urano è emerso che l’anomalia riscontrata relativa alla magnetosfera e alla presenza di cinture di radiazioni con particelle cariche altamente energetiche fu probabilmente dovuta a un eccezionale vento solare che poco prima aveva spazzato via il plasma e schiacciato il campo magnetico del pianeta. (Media Inaf)
Nel gennaio del 1986, la sonda Voyager 2 della NASA compì un sorvolo ravvicinato di Urano, evento che ha gettato le basi per la nostra comprensione del pianeta, ponendo domande e ipotesi che fino a oggi hanno accompagnato la comunità scientifica. (MeteoWeb)