Beko chiude, Comunanza senza più lavoro. “Un altro terremoto, non ne possiamo più”
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Comunanza (Ascoli), 22 novembre 2024 – Dai vertici di Beko Europe l’annuncio choc, entro fine 2025 saranno chiusi gli stabilimenti di Comunanza, Siena e la linea del freddo di Cassinetta (Varese): 1.935 esuberi, 750 solo nelle Marche, dove i tagli colpiranno anche Melano (66) e il centro ’Ricerca e sviluppo’ di Fabriano. E qui i lavoratori delle Marche scenderanno in piazza per lo sciopero del 29 novembre, indetto da Cgil e Uil. (il Resto del Carlino)
Su altre fonti
Così il presidente Eugenio Giani, che questo pomeriggio assieme a parlamentari, sindaci e amministratori del territorio ha incontrato i 299 lavoratori e lavoratrici della Beko di Siena (ex Whirlpool) riuniti in presidio davanti ai cancelli della fabbrica dopo che il gruppo Arcelik (proprietario di Beko) ha comunicato al tavolo del Mimit la chiusura nel giro di pochi mesi di due stabilimenti in Italia e un piano di esuberi che riguarda quasi 2mila persone. (Toscana Notizie)
La crisi industriale legata alla ristrutturazione di Arçelik-Beko in Italia non è solo un problema locale: è una partita geopolitica e strategica che richiede una risposta all’altezza del ruolo che l’Italia riveste nel panorama globale. (varesenews.it)
Fuori dai cancelli della Beko una pioggerella triste bagna chi è arrivato per l’as… Siena — Quelle di Michela e Francesca sono le facce dietro ai numeri delle strategie industriali. (la Repubblica)
– “La tutela dell'occupazione è una nostra priorità. Dopo l'annuncio della chiusura dello stabilimento Beko a Comunanza, Acquaroli si è recato sul postoMissing Credit L'azienda, nata dalla recentissima acquisizione della Whirlpool da parte del gruppo turco Arçelik, chiude i battenti, e tra gli stabilimenti a soffrire ci sono quello di Comunanza, quello di Siena e di Fabriano, che verrà ridimensionato. (il Resto del Carlino)
Mentre il sito di Cassinetta, oggi destinato ai frigoriferi da incasso, verrà ridimensionato. Beko Europe ha annunciato la chiusura di due siti di produzione in Italia e 1.935 esuberi, soprattutto operai. (DDay.it)
All’atteggiamento predatorio della multinazionale che ha fatto un investimento senza nessuna prospettiva industriale, ma col solo intento di acquisire quote di mercato per poi dismettere, deve corrispondere un’azione decisa del Mimit, che contrasti la decisione e che faccia valere gli interessi economici e sociali del Paese. (Fisac Cgil)