Giulia Cecchettin fa ancora rumore (ma il codice rosso non basta). «La violenza non intercettata in tempo»
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Non un minuto di silenzio, ma rumore. «Per Giulia bruciate tutto», esortava ad alzare la voce la sorella Elena nove giorni dopo l'omicidio. Quando Filippo Turetta, la sera del 10 novembre 2023, ha massacrato Giulia Cecchettin con settanta coltellate lei ha gridato forte. Non è bastato per salvarsi, le sue urla però hanno squarciato le coscienze. E a un anno di distanza riecheggiano ancora. «Grazie a Elena, che ha usato la parola patriarcato, la morte di Giulia è stata collocata in uno spazio più ampio. (ilmessaggero.it)
Su altre testate
"La sua storia - dice una studentessa - così come quella di tante altre donne, ci ha obbligato a fermarci, a riflettere e a interrogarci sulle origini di questa tragedia. "Bisogna educare le nuove generazioni al rispetto - ha aggiunto uno studente - dobbiamo sostenere chi ha il coraggio di denunciare e dire no alla violenza". (Repubblica Roma)
“In quest’anno ho imparato a concentrarmi sul positivo, prendo una foto di Giulia e la guardo, mi concentro sul bello. (Adnkronos) – Un anno fa moriva Giulia Cecchettin, studentessa di 22 anni uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
"In quest'anno ho imparato a concentrarmi sul positivo, prendo una foto di... Un anno fa moriva Giulia Cecchettin, studentessa di 22 anni uccisa a coltellate dall'ex fidanzato Filippo Turetta. (Virgilio)
Non solo la ferocia dell'omicidio - Turetta è ora in attesa del giudizio davanti la Corte d'Assise di Venezia -- Anche lo sviluppo cronologico ne ha fatto un caso unico nella storia della cronaca nera. (ilmattino.it)
“A un anno dalla morte di Giulia, sono riuscito a non odiare Filippo.” Così Gino Cecchettin, ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa, racconta il difficile anno trascorso dalla perdita della figlia Giulia, uccisa l'11 novembre dall'ex fidanzato Filippo Turetta. (la Repubblica)
Una fondazione intitolata a Giulia Cecchettin per fare formazione contro la violenza di genere, sostenere le vittime e andare nelle scuole. (Il Fatto Quotidiano)