Suore clarisse spagnole scomunicate dalla Chiesa: l'arcivescovo di Burgos ha decretato il reato di scisma
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L'arcivescovo di Burgos ha decretato la scomunica delle dieci clarisse di Belorado che affermavano di essersi «separate volontariamente» dalla Chiesa. Le (ex) religiose rifiutano di comparire davanti al tribunale ecclesiastico dell'arcivescovado perchè non ne riconoscono più l'autorità. Cala la scomunica sulle clarisse ribelli di Burgos Le dieci monache "ribelli" dei monasteri di Belorado (Burgos) e Orduna (Vitoria) avevano comunicato per raccomandata la «Irreversibile e unanime decisione» di abbandonare la Chiesa cattolica (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
In un nuovo colpo di scena, le dieci monache del monastero di Belorado (Burgos), cacciate dalla chiesa cattolica sabato dall’arcivescovo di Burgos per lo scisma , si sono smarcate oggi anche dalla chiesa della Pia Unione di San Paolo Apostolo, che avevano abbracciato, e hanno allontanato il falso vescovo e fondatore della setta, Pablo de Rojas Sanchez-Franco, dal monastero. (Il Fatto Quotidiano)
Non c'è solo l'ex nunzio negli Usa Carlo Maria Viganò a minacciare lo scisma nella Chiesa cattolica e a contestare l'autorità pontificia. A Belorado, paesino nella provincia basca di Burgos, ci sono le temibili “Suore dei cioccolatini”, conosciute così per i dolci che producono a base di cioccolato. (L'HuffPost)
Le religiose erano già state scomunicate nei giorni scorsi dal vescovo di Burgos a causa della loro rivolta contro la Chiesa cattolica. Le clarisse si erano quindi messe sotto la tutela di Pablo de Rojas Sanchez-Franco, fondatore della congregazione, dal quale oggi hanno però deciso di separarsi. (Sky Tg24 )
Libere dalla Chiesa cattolica ma pure da quella setta che aveva cercato di circuirle e inglobarle. (ilmessaggero.it)
Le suore “ribelli” sono state sfrattate. (la Repubblica)
In una nota l’arcivescovo di Burgos, Mario Iceta, che si occupava del caso, ha annunciato che le suore, famose in Spagna come le “suore dei cioccolatini” per via dei dolcetti che producono, non hanno rispettato l’ultimatum del 21 giugno per spiegare la loro posizione al Tribunale ecclesiastico. (Io Donna)