Banda dei dossier, toccato anche il territorio cremonese

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Ponte sullo Stretto

Anche il territorio cremonese è stato toccato dall’inchiesta della Dda di Milano e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sulla compravendita di dati sensibili, che ha portato a una serie di arresti e perquisizioni. Tra gli indagati, infatti, c’è anche un responsabile sicurezza della Barilla, azienda con stabilimento anche a Cremona, che avrebbe raccolto dati su alcuni dipendenti. L’accusa, nei confronti degli indagati, è quella di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico. (CremonaOggi)

Se ne è parlato anche su altri media

La procura di Milano rafforza la squadra, già corposa, di persone chiamate a mettere ordine negli archivi del gruppo Equalize, la società di investigazioni che avrebbe controllato, attraverso banche date riservate, più di 800mila persone. (MilanoToday.it)

A scriverlo l'edizione online del quotidiano La Repubblica. (tarantobuonasera.it)

Per la precisione, Equalize, la srl posseduta dal presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e dall'ex poliziotto Carmine Gallo, iscrive un valore della produzione di 1,9 milioni di euro. (WIRED Italia)

Parole e pochi fatti, così si è dimezzata l’indagine sui dossier

Nelle scorse ore era emerso il suo coinvolgimento dell'inchiesta per l'ipotesi di accesso abusivo a sistema informatico. Pierfrancesco Barletta, vice presidente di Sea e numero due degli aeroporti milanesi, attualmente indagato, ha annunciato l'autosospensione dal ruolo, rinunciando fin d'ora ai compensi. (il Giornale)

Quel che scopriamo nell’inchiesta della Dda di Milano non è solo una rete di hacker e funzionari corrotti; è una dichiarazione di fallimento per uno Stato che dovrebbe proteggere i suoi cittadini e invece li offre in pasto al miglior offerente. (L'Eco di Bergamo)

La storia è la stessa, ma il gip di Milano Fabrizio Filice e il pm antimafia Francesco De Tommasi la raccontano in maniera molto diversa nelle rispettive carte giudiziarie. Il secondo invece crede che la questione abbia riflessi eversivi e che la banda in realtà avesse come obiettivo quello di far tremare le fondamenta della Repubblica. (il manifesto)