Mandato arresto Netanyahu, ancora scintille tra Tajani e Salvini. Il forzista: «La politica estera è cosa seria, la facciamo Meloni e io»

Il titolare della Farnesina, senza citare il segretario della Lega, sottolinea l'importanza di «pesare, ponderare e calibrare ogni parola» La crociata contro i giudici di Matteo Salvini travalica i tribunali italiani e arriva fino alla Corte penale internazionale. Il vicepremier leghista se ne infischia del mandato d’arresto emesso per Benjamin Netanyahu e ricorda al premier israeliano che «sarebbe il benvenuto se venisse in Italia». (Open)

Su altre fonti

A 24 ore dal mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini di guerra e contro l'umanità, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, indica la linea del Governo italiano, rimettendo ordine dopo una serie di prese di posizione non univoche all'interno dell'esecutivo, tanto che il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, in mattinata aveva manifestato la convinzione che la premier avrebbe trovato "una sintesi", di fronte ad un problema che si pone "a livello internazionale". (Adnkronos)

I criminali di guerra sono altri». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine dell'assemblea Anci. «Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. (Corriere della Sera)

Lo ha ribadito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea di Confindustria Veneto Est che si svolge a Padova, in merito alle dichiarazioni del collega vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, sul mandato d’arresto della Cpi a carico di Netanyahu. (Agenzia askanews)

Netanyahu ricercato. Orban sfida la Corte. Frizioni Tajani-Salvini

“La linea del governo è quella di approfondire le motivazioni della sentenza che, a primo acchito, sembra una sentenza più politica che tecnica”. “Ma la cosa che ha colpito di più, e che io ho detto sin dal primo momento, è che abbiamo trovato inaccettabile e assurdo mettere sullo stesso piano i leader di un’organizzazione terroristica che ha attaccato innocenti e ha provocato la reazione con chi guida legittimamente uno Stato democratico e si sta difendendo”, ha aggiunto. (Il Fatto Quotidiano)

Con l’aplomb del cronista, racconta la realtà così come la vede. E la commenta basandosi su… (La Stampa)

Di Roberto Brunelli ROMA sì, Londra no, Pechino forse: è quantomai erratica la mappa degli ipotetici spostamenti che si apre a Benjamin Netanyahu e al suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant dopo i mandati d’arresto emessi dalla Corte penale internazionale per "crimini di guerra e contro l’umanità". (QUOTIDIANO NAZIONALE)