Tel Aviv, familiari degli ostaggi protestano davanti all'hotel di Blinken

Tel Aviv, familiari degli ostaggi protestano davanti all'hotel di Blinken Le famiglie degli ostaggi israeliani protestano davanti all'hotel del segretario di Stato Usa Antony Blinken a Tel Aviv, in Israele. Decine di persone hanno manifestato davanti all'hotel dove il segretario di Stato americano Antony Blinken e il leader dell'opposizione Yair Lapid si sono incontrati a Tel Aviv, chiedendo un accordo per il cessate-il-fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza dal 7 ottobre. (Il Mattino di Padova)

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Hamas e Jihad islamica in un comunicato congiunta si dicono pronti «ad impegnarsi positivamente per raggiungere un accordo che ponga fine a questa guerra». La risposta alla proposta israeliana per il cessate il fuoco è stata consegnata attraverso i mediatori di Qatar ed Egitto. (Open)

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Sull'altro versante del conflitto, il premier d'Israele, Benjamin Netanyahu, ha riaffermato il suo impegno per raggiungere una tregua con il movimento islamista palestinese nella Striscia. Nelle ultime 24 ore Hamas ha accolto con favore l'approvazione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di una bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti per chiedere un cessate il fuoco. (Liberoquotidiano.it)

I manifestanti chiedono il cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi israeliani. Nella struttura dovrebbe tenersi l'incontro tra il Segretario di Stato americano Antony Blinken e alcuni funzionari per negoziare un accordo che porti a una tregua a Gaza (Corriere TV)

«Ieri sera ho incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e lui ha riaffermato il suo impegno nei confronti della proposta di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, contenuta nella risoluzione adottata sempre ieri dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu». (Corriere TV)

«L'amministrazione statunitense sta affrontando una vera e propria prova per portare a termine i suoi impegni nel costringere l'occupazione a porre immediatamente fine alla guerra in attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», ha spiegato Zuhri. (L'Unione Sarda.it)