Il ragazzo dai pantaloni rosa, un film che divide

Il ragazzo dai pantaloni rosa, un film che divide
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

A Treviso, la decisione della scuola media Serena di rinviare la visione del film "Il ragazzo dai pantaloni rosa" ha suscitato un acceso dibattito. Il film, che racconta la tragica storia di Andrea Spezzacatena, un adolescente vittima di bullismo culminato con il suo suicidio, è stato al centro delle proteste di alcuni genitori. Questi ultimi, preoccupati per i possibili effetti negativi sui loro figli, hanno spinto la scuola a posticipare la proiezione.

Il film, diretto da Margherita Ferri e scritto da Roberto Proia, narra la vicenda di Andrea, un ragazzo di 15 anni che, a causa di un paio di pantaloni rossi diventati rosa dopo un lavaggio sbagliato, è stato preso di mira dai compagni di classe. La madre di Andrea, Teresa Manes, ha raccontato la storia del figlio in un libro, che ha ispirato la realizzazione del film. La proiezione del film è prevista per il 4 novembre, in occasione della giornata "Uniti contro il bullismo", nelle sale di tutta Italia che hanno aderito all'iniziativa.

La vicenda ha sollevato questioni di grande rilevanza sociale, come l'omofobia e il bullismo, che continuano a permeare la nostra società. La madre di Andrea ha sottolineato l'importanza di preparare i ragazzi alla visione del film, criticando i professori per non aver adeguatamente affrontato il tema con gli studenti. Teresa Manes ha imparato, nella maniera più atroce, che le parole possono uccidere, così come i silenzi. Suo figlio, apparentemente solare, si tolse la vita il 12 novembre 2012, a soli 15 anni.

Il caso di Treviso non è isolato: in Francia, un episodio simile ha visto l'ingerenza di genitori e associazioni nelle decisioni scolastiche. In Italia, l'ingerenza sembra essere uno sport nazionale, con molti che si sentono in grado di affiancare e consigliare i docenti su questioni pedagogiche e didattiche.