Fascicolo sanitario elettronico: il 75% dei documenti disponibili in Trentino Alto Adige
TRENTO. Nel Fascicolo sanitario elettronico della Provincia autonoma di Bolzano sono disponibili ad oggi 12 tipologie documentali su 16, il 75% del totale (media Italia 79%) e la percentuale di servizi disponibili nel Fse è pari al 10%. Anche in Trentino sono disponibili 12 tipologie documentali su 16 e la percentuale di servizi disponibili nel Fse attualmente è al 54%. Lo rivela l'analisi Gimbe su completezza e utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) nelle Regioni italiane. (Trentino)
Se ne è parlato anche su altri media
: Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Grazie al lavoro del presidente Rocca e della sua giunta la sanità regionale sta raggiungendo livelli qualitativi e risultati sempre più importanti ed ambiziosi. Oggi la Fondazione Gimbe ha certificato che il Lazio è la prima regione italiana per ciò che riguarda i servizi offerti dal fascicolo sanitario elettronico, confermando l’impegno dell’amministrazione Rocca nel favorire l’innovazione tecnologica e la semplificazione amministrativa. (Tuscia Web)
Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) non convince tutti gli italiani. Al 31 agosto 2024 (per il Friuli Venezia Giulia i dati sono al 31 marzo 2024), solo il 41% dei cittadini ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti sanitari da parte di medici e operatori del Servizio sanitario nazionale. (la Repubblica)
Sono solo il 41% gli italiani che hanno dato il loro consenso alla consultazione da parte di medici e operatori sanitari del Fascicolo, strumento fondamentale per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale (Ssn). (RaiNews)
In Veneto l'84% dei cittadini ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti nel Fascicolo sanitario elettronico da parte di medici e operatori del servizio sanitario, percentuale più che doppia di quella italiana (41%). (Il Mattino di Padova)
Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse), pensato per sburocratizzare il lavoro dei medici di famiglia e aiutare i cittadini, esiste dal 19 maggio 2020 ma secondo quanto dichiarato lo scorso giugno dal ministero della Salute ora è il momento della sua trasformazione da strumento amministrativo a strumento sanitario. (Start Magazine)
Questo strumento, cruciale per l’accessibilità ai servizi sanitari, evidenzia profonde disomogeneità regionali, che configurano vere e proprie “fratture digitali” sia in termini di servizi offerti che di utilizzo da parte di cittadini e professionisti sanitari. (Sanità24)