Cesare Cremonini e l'album Alaska Baby: “Il pericolo stimola le nostre abilità”
Cesare partiamo da Alaska Baby che è un album di ripartenza. Prevaricarsi è mettersi in discussione, è dare una possibilità a se stessi e anche dare a se stessi un piccolo barlume di quello che può essere il futuro: aprire una discussione su questo è una scelta legata alla necessità di mettermi in discussione, è ritrovare l’energia del disco d’esordio oggi che il peso specifico di quello che ho fatto si sente. (Sky Tg24 )
La notizia riportata su altre testate
Un disco che, già dal titolo, si preannuncia un vero e proprio viaggio esplorativo nella musica, per andare oltre i propri confini e creare nuove opere senza tempo. Esce il 29 novembre “ALASKA BABY”, ottavo album in studio della carriera solista di Cesare Cremonini (varesenews.it)
45 giorni tra i ghiacci dell'Alaska Il nuovo progetto discografico nasce da un'esperienza trasformativa: 45 giorni in completa solitudine tra i ghiacci dell'Alaska. (Tiscali)
Dopo due anni e mezzo di attesa ha finalmente un titolo, una tracklist e una data di uscita il nuovo album di Cesare Cremonini. Alaska Baby, ottavo album in studio della carriera solista dell'artista e dodicesimo della sua venticinquennale carriera, uscira' infatti il 29 novembre ed e' disponibile da ora per il pre-ordine in versione digitale e nel formato vinile. (Il Mattino di Padova)
Nel 2002 dentro al primo lavoro da solista, «Bagus», c’era il cantautore che si mostrava con le carte in regola, anche se in molti non le volevano nemmeno leggere. È come un terzo esordio per Cesare Cremonini (Corriere della Sera)
Lo spazio, con il suo design minimalista e luminoso, è il perfetto specchio del mondo musicale di Cesare Cremonini in questo periodo: elegante, stratificato, ma anche pieno di calore umano. È qui che lo incontro per parlare del suo nuovo album, Alaska Baby, un’esplorazione sonora e umana che segna l'ottavo capitolo della sua carriera solista. (MOW)
«L'album è nato dall'esigenza e dalla sensazione che a volte nella vita, ma soprattutto in una carriera lunga come la mia, devi saper lasciare la presa e metterti in pericolo. Non che non l'abbia fatto in passato, ma questa volta era un po' come quando sei attaccato a una fune che sai che ti farà cadere in acqua anche se non sai nuotare. (Vanity Fair Italia)