Ucraina, Kiev: "In un video 16 soldati prigionieri messi in fila dai russi e uccisi in prima linea"
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"Tali azioni costituiscono una cinica e grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e si qualificano come un grave crimine internazionale" sostengono gli ucraini che hanno aperto un'inchiesta per crimini di guerra e omicidio dopo la diffusione del video sui social. (Fanpage.it)
La notizia riportata su altri giornali
Sedici sarebbero le vittime di questa strage che, com’è ovvio, non ha conferme indipendenti. Sono le riprese in bianco e nero di un drone: un gruppo di figurine bianche, soldati ucraini presi prigionieri dai russi, viene fatto allineare e poi abbattuto a colpi di mitra. (Inside Over)
Un drone vola alto sopra ai fumi di una battaglia, nel Donbass. Sotto, c’è una boscaglia confusa nella nebbia dei colpi di cannone. Dalla nebbia spuntano, su una sterrata, dei puntini bianchi piccoli come formiche. (Avvenire)
Nelle immagini, riprese da uno dei tanti droni nella guerra in Ucraina, sono solamente puntini bianchi in una vegetazione in scala di grigi. Escono alla spicciolata da un bosco nel territorio controllato dai russi intorno a Pokrovsk, sul fronte di Donetsk. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
“Al momento, siamo a conoscenza del fatto che i combattenti di due unità delle Forze armate dell’Ucraina potrebbero essere stati uccisi lì. Lo ha dichiarato Yurii Belousov, capo del Dipartimento della Guerra presso la Procura generale. (Agenpress)
L’ufficio del procuratore generale di Kiev ha aperto un’indagine “sull’esecuzione di massa più grave, dall’inizio dell’invasione russa, di prigionieri ucraini appena catturati”: un video girato da un drone e diffuso su Telegram – sulla cui autenticità non ci sono verifiche indipendenti - conterrebbe la prova di un nuovo crimine di guerra commesso dai soldati russi nel Donbass. (la Repubblica)
«Questa è la più grande esecuzione nota di prigionieri di guerra ucraini in prima linea. È un’ulteriore prova che l’uccisione e la tortura dei prigionieri non sono un incidente, ma una politica deliberata della leadership militare e politica russa», ha affermato il procuratore generale Andrii Kostin citato da Ukrinform. (Gazzetta del Sud)