Cosa possono fare scuola e società davanti all’inspiegabile

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Panorama INTERNO

Scrivere sul massacro di Paderno è spiacevole, perché si tratta di una vicenda atroce e che toglie il fiato. Farlo senza risultare banali poi è difficilissimo. Eppure se c’è qualcosa su cui val la pena riflettere, da qualche parte bisogna cominciare. La strage di Paderno ci mette di fronte a un fatto terribile che ha distrutto una famiglia, compreso l’omicida ancora in vita, e ha certamente minato un’intera comunità, serena nel suo anonimato fino a pochi giorni fa e ora travolta dal sangue, dallo sgomento, dall’inchiesta, dai giornali, dagli interrogativi collettivi e individuali. (Panorama)

La notizia riportata su altre testate

«A questa età i margini di recupero sono enormi. Ora va guardato a vista perché il rischio per lui è il suicidio. Poi dovrà lavorare sulla capacità di gestire i conflitti, le frustrazioni per arrivare a capire che non si possono asfaltare tutte le strade, spianare il mondo per eliminare le dune. (il Giornale)

Riccardo C., il 17enne che a Paderno Dugnano ha ucciso padre, madre e fratellino per motivi ancora da accertare, martedì pomeriggio è stato nuovamente interrogato dalle magistrate della procura per i minorenni di Milano. (Corriere TV)

Ha parlato di una sorta di atto di «emancipazione», inquadrando in qualche modo meglio rispetto al primo interrogatorio le ragioni del gesto, il 17enne sentito oggi dai pm per i minori, dopo la strage di Paderno Dugnano. (Gazzetta di Parma)

«Io non ho riflettuto, perché se avessi riflettuto non lo avrei fatto. Ho agito di impulso», ha detto oggi 4 settembre al suo avvocato il 17enne in carcere al Beccaria di Milano per la strage della sua famiglia a Paderno Dugnano. (Open)

Tutto questo ci interroga su come noi adulti viviamo ed educhiamo alla relazione buona, alla custodia della nostra e altrui vita, come ci mettiamo in ascolto tra generazioni, a come sappiamo cogliere e accogliere le fragilità, i silenzi, le solitudini e le fatiche dei più giovani. (Diocesi di MIlano)

La procuratrice facente funzione per i minorenni Sabrina Ditaranto, all'uscita del carcere Beccaria dove il giovane è detenuto ha dichiarato: «Abbiamo deciso di interrogarlo nuovamente per puntualizzare qualche dettaglio sulla premeditazione, ma la nostra ipotesi non cambia. (Corriere TV)