Trump vuol disimpegnare gli Usa dai focolai esterni, ma sottrarsi a un conflitto non basta a evitarlo
Di Roberto Iannuzzi Sarebbe fin troppo facile sparare a zero contro l’entrante amministrazione Trump, accodandosi ai grandi giornali della stampa americana che già hanno lanciato l’allarme sui disastri che essa provocherà. Far ciò significherebbe ignorare sia il fallimento dei democratici, e più in generale dell’establishment politico degli ultimi decenni (i primi responsabili dell’affermazione del magnate repubblicano), sia le grandi aspettative che circa metà della popolazione statunitense nutre a seguito della sua vittoria. (Il Fatto Quotidiano)
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Font +: Stampa Commenta Donald Trump è il 47° presidente degli Stati Uniti d’America. Eh no, non è l’epilogo di un episodio dei Simpson, dove un imprenditore miliardario dal linguaggio volgare, con una lunga serie di accuse e condanne alle spalle, prende residenza alla Casa Bianca, sede ufficiale del presidente del paese più ricco e potente del mondo. (OKMugello - News dal Mugello)
In Europa si è in una fase di transizione, in Germania c’è una crisi di governo, in Francia chi ha vinto le elezioni non è al potere, a Bruxelles stanno per insediarsi una nuova Commissione Europea e un nuovo Consiglio Europeo. (RSI Radiotelevisione svizzera)
«Trifecta», la tripletta costituzionale, dà al prossimo presidente pieno controllo. Quanto reggeranno i pesi e contrappesi del sistema americano? Per ora il vincitore, che ha dalla sua pure la Corte Suprema, si porta avanti: progetta epurazioni di generali non allineati e distribuisce incarichi a figure poco inclini al compromesso come Elon Musk al Dipartimento per l’efficienza o la governatrice che sparò al cane disobbediente Kristi Noem alla Sicurezza interna. (Corriere TV)
Guardate questa mappa. Sarò sempre dalla parte dei poveri, maleducati, sfavoriti, spazzatura bianca e nera del cuore, sognando di rovesciare i loro padroni costieri. (Nicola Porro)
Basterebbe pensare, per guardare solo agli ultimi tre secoli, alle rivoluzioni americana e francese, all’Età napoleonica, all’avvento della rivoluzione industriale anche dietro le spinte dell’avanzamento scientifico-tecnologico, alla prima guerra mondiale, alla rivoluzione russa, alla seconda guerra mondiale. (LaC news24)
Il dibattito sarà condotto da Mauro Della Porta Raffo, presidente onorario della Fondazione Italia Usa, noto per le sue analisi acute e il suo vasto bagaglio culturale in materia di politica americana (varesenews.it)