La metà dei lombardi boccia senza appello la sanità regionale: ''Non è più la migliore d'Italia''

Più della metà dei lombardi boccia la sanità regionale. Lo dicono i democratici del Pd che, nell'ultima giornata della seconda conferenza regionale dem sulla sanità “La salute è un diritto”, hanno diffuso i risultati di un sondaggio condotto nei primi giorni di marzo sul sistema sanitari regionale condotto dalla società Youtrend Il sondaggio "La maggioranza dei cittadini lombardi, il 56%, dà un giudizio negativo della sanità lombarda e la stessa percentuale ritiene che negli ultimi vent'anni sia peggiorata", mentre "meno di 2 lombardi su 10 pensano che la sanità sia migliorata dal 2005 ad oggi", spiegano i dem. (IL GIORNO)
Su altri giornali
Più della metà degli intervistati dà un giudizio molto o abbastanza negativo della qualità dell’assistenza, il 56 per cento la ritiene peggiorata negli ultimi vent’anni (e ovviamente sono soprattutto gli over 50 a pensarlo), liste d’attesa e carenza di personale sanitario sono considerati i problemi principali. (Corriere Milano)
Mark Carney, il nuovo premier canadese, nel suo primo intervento per ribadire che il Canada mai e poi mai sarà americano ha detto: in America l’assistenza sanitaria è un grande business. In Canada, è un diritto. (Merateonline)
Fragomeli: “È necessario ricostruire la sanità territoriale e tornare a investire sulla sanità pubblica” Un sondaggio di Youtrend rivela il malcontento dei lombardi (Lecconotizie)

Una bocciatura senza appello alla sanità lombarda. Questo l’esito del sondaggio che il Partito democratico ha commissionato a YouTrend per valutare il servizio sanitario regionale. (Corriere della Sera)
Con le donne più severe rispetto agli uomini, e gli over 50 che sono i più intransigenti: tra coloro che hanno tra 50 e 64 anni, a dire che l’attuale situazione non va bene è il 64 per cento, tra coloro sopra i 65 anni il 59. (La Repubblica)
Per l'assistenza socio-sanitaria territoriale "non basta cambiare cartelli come si è provato a fare in Lombardia, davanti ai poliambulatori, e chiamarli Case di comunità", ma "serve fare formazione" e trovare la modalità "per far lavorare in un modo nuovo" il comparto sanitario. (MilanoToday.it)