Infanzia a rischio, Save the Children: «Sempre meno bambini e sempre più poveri»

Infanzia a rischio, Save the Children: «Sempre meno bambini e sempre più poveri»
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il manifesto INTERNO

I minori in povertà assoluta in Italia sono 1 milione 295mila. Ad annunciarlo è Save the Children che ieri ha pubblicato il XV Atlante dell’Infanzia. La Ong descrive un contesto in cui «i primi mille giorni di vita si trasformano da essere una grande opportunità per far fiorire interessi e capacità a diventare un percorso a ostacoli, che lascia indietro e penalizza quelli che nascono nei contesti più fragili». (il manifesto)

La notizia riportata su altri media

Lo scatto è brutale: il 13,4% dei bambini e delle bambine tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta e circa 200mila di quelli tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. (Il Sole 24 ORE)

Sempre meno bambini e sempre più poveri. (Gazzetta del Sud)

Attiva la lettura vocale Anche in Abruzzo ci sono sempre meno bambini e questi sono anche sempre più poveri. A scattare la fotografia della situazione è l'organizzazione Save the... (Virgilio)

Culle vuote ma asili troppo pieni: il paradosso italiano messo in luce dal rapporto di Save the Children

Sempre meno bambini, sempre più poveri e con sempre meno opportunità e servizi. (la Repubblica)

L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati1, mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta2, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare3, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. (Tuscia Times)

Nel Bel Paese la denatalità è imperante, lo conferma il nuovo Atlante dell'infanzia a rischio 2024, realizzato e diffuso da Save The Children. Ciò nonostante, nei comuni in cui i bambini ci sono, la maggior parte di loro è costretta a rimanere a casa con uno dei due genitori che dunque rinuncia al lavoro, con una baby sitter, dai nonni, se ci sono, perdendo la possibilità formativa e il supporto degli asili nido, sempre troppo pieni. (Fanpage.it)