Ilaria Salis detenuta a Budapest, il governo Meloni non si muove e il padre dell'antifascista scrive a Mattarella

MILANO. "Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. È il garante della Costituzione e l'articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare": Lo ha detto all'Ansa Roberto Salis, il padre della docente italiana 39enne, attivista neofascista, che è tenuta in carcere preventivo a Budapest da oltre 13 mesi con l'accusa di aver aggredito tre neonazisti, che avevano riportato lesioni guaribili in 5 e in 8 giorni. (l'Adige)

Ne parlano anche altri giornali

Continuare a lavorare, cercando altre strade perché è inutile insistere a percorrere quelle che finiscono contro il muro della giustizia ungherese. Dopo la delusione dei domiciliari negati, Roberto Salis ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo un suo intervento. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. (L'HuffPost)

"Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. (Il Messaggero Veneto)

Il Venerdì Santo si trasforma rapidamente in diretta su La7 in un messaggio ben poco cristiano. Tutto "merito" (si fa per dire) di Christian Raimo, il quale si è lasciato andare a un'esternazione totalmente insensata dalle sue. (ilGiornale.it)

Subito dopo, e sicuramente entro i termini fissati, noi presenteremo il ricorso contro questa ordinanza alla Corte d'appello che ha già emesso una sentenza a nostro favore, riguardo la traduzione di tutti gli atti del processo in italiano". (Tiscali Notizie)

Che sin dalla prima udienza ha dato il suo consenso a farsi filmare e fotografare nell'aula del tribunale di Budapest - e alla stampa italiana di pubblicarne gli scatti - con il guinzaglio e le catene a mani e piedi. (ilGiornale.it)