Sciopero scuola 15 novembre, Anief chiede risposte all’abuso di precariato

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INTERNO

Il prossimo 15 novembre, l'Anief ha indetto uno sciopero per protestare contro l'abuso dei contratti a termine nella scuola italiana, una questione che, a undici anni dalla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea e a quattro dalla denuncia accolta dal Comitato europeo dei diritti sociali, non ha ancora trovato una soluzione adeguata. La direttiva europea 70/99, emanata venticinque anni fa, impone ai Paesi membri di stabilizzare i lavoratori precari dopo trentasei mesi di supplenze, ma lo Stato italiano non ha ancora risposto in modo soddisfacente a questa richiesta.

La protesta del 15 novembre segue quella del 31 ottobre, organizzata dalla Flc Cgil, che ha visto la partecipazione di lavoratori di scuole, università e istituti di ricerca in tutta Italia. Durante la manifestazione di Viale Trastevere, di fronte alla sede del Ministero dell'Istruzione e del Merito, Alessandro Rapezzi, segretario nazionale della Flc Cgil, ha sottolineato la necessità di interventi significativi nella legge di bilancio per supportare il settore dell'istruzione e tutelare i diritti dei lavoratori.

In Toscana, le assemblee indette da Uilscuola il 31 ottobre hanno registrato una grandissima partecipazione, con interi plessi scolastici chiusi per permettere a docenti e personale ATA di assistere e condividere le loro proteste. La Uil ha riferito che i lavoratori hanno espresso un netto rifiuto ai tagli di personale previsti dalla prossima legge di bilancio e al dimensionamento scolastico, che in Toscana non dovrebbe essere attuato. Inoltre, hanno manifestato contro un contratto giudicato pessimo, che solo Uilscuola tra i sindacati rappresentativi non ha sottoscritto, e hanno chiesto aumenti stipendiali che riconoscano il lavoro di docenti e ATA, nonché la stabilizzazione dei precari e una scuola moderna e inclusiva.

Nonostante la partecipazione massiccia, alcuni docenti non hanno aderito allo sciopero del 31 ottobre a causa delle difficoltà economiche.