La UE in crisi spiazza il governo Meloni

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PNRR Ponte sullo Stretto

In un continente in crisi, con due guerre in cui è coinvolto senza avere in entrambe un reale diritto di parola, un governo nazionale altrettanto in crisi di credibilità – sia interna che internazionale – si ritrova agganciato (anche per propria responsabilità) a un degrado generale della governance. Andiamo con ordine. La nuova Commissione europea doveva essere presentata ieri da Ursula von der Leyen, confermata nel ruolo di presidente da una maggioranza che da quasi sei anni porta il suo nome ed è parecchio eterogenea: popolari, socialisti, liberali e qualche “indipendente” per raggiungere il numero minimo. (Contropiano)

Ne parlano anche altri media

Si sta confermando complicata la formazione del nuovo collegio dei commissari, un tradizionale esercizio di equilibrismo politico. Nel frattempo, alcuni partiti rumoreggiano. (Il Sole 24 ORE)

PUBBLICITÀ Le notizie trapelate sulle scelte della presidente della Commissione Ursula von der Leyen per il suo nuovo esecutivo, che suggeriscono che il suo Partito popolare europeo (Ppe) conquisterà i portafogli più influenti, hanno irritato i Socialisti del Parlamento europeo, che temono di non essere ascoltati nel nuovo mandato. (Euronews Italiano)

Gori, a Fitto va data una presidenza esecutiva benché i socialisti pongano il veto? ROMA — «Sì a una presidenza esecutiva a Fitto, a patto che si allontani dal sovranismo di Giorgia Meloni». Giorgio Gori, neo eurodeputato del Pd, è esponente dell’ala riformista dei dem. (la Repubblica)

Ue, Calenda: appoggiamo Fitto, serve rappresentante di peso e valore

E nella giornata in cui avrebbe dovuto alzare il velo sulla composizione del suo collegio-bis e sui portafogli dei commissari in pectore - rinviato al 17 settembre, complice la mancata formalizzazione della nuova candidatura slovena -, la presidente della Commissione ha dovuto, invece, rimettere mano agli equilibri. (ilmessaggero.it)

Le trattative per la definizione della nuova Commissione sono in corso. Ma secondo diverse fonti Ue i numeri per cambiare davvero lo scenario, usando la leva delle audizioni parlamentari, non li hanno né i socialisti né i liberali, perché in questa legislatura sono i popolari ad essere ago della bilancia, ma possono fare una guerriglia di logoramento che porterebbe a un allungamento dei tempi. (Corriere della Sera)

Roma, 11 set. Ma che il governo italiano in questo momento non ci piaccia non vuol dire che noi non dobbiamo avere un rappresentante nella Commissione europea di peso e di valore, quindi per quanto ci riguarda l'appoggio c'è". (Tiscali Notizie)