Epidemia di lingua blu tra gli ovini, scatta l'allarme in Sardegna
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I dati arrivano dall'osservatorio epidemiologico veterinario dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Dei 360 focolai presenti sull'isola 95 sono stati confermati e già più di mille capi sono morti a causa del contagio. Nessun rischio per l'uomo ascolta articolo In Sardegna è allarme lingua blu. L’epidemia che colpisce gli ovini ha già coinvolto complessivamente oltre 10mila capi, dei quali più di mille sono deceduti. (Sky Tg24 )
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Stando ai dati forniti all’Ansa dall’osservatorio epidemiologico veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna sarebbero 10.134 gli animali attualmente infetti, di cui 1.062 già morti. (Cagliaripad.it)
PASTURO – La lingua blu inizia a preoccupare seriamente gli allevatori valsassinesi. Si sta diffondendo con sempre maggior forza la cosiddetta febbre della lingua blu, ovvero la febbre catarrale degli ovini, malattia virale trasmessa dai moscerini del genere Culicoides a tutti i ruminanti domestici e selvatici. (Valsassinanews)
Secondo quanto riportato nella nota, le movimentazioni da vita degli animali delle specie sensibili verso territori extraregionali sono consentite fermo restando l’obbligo di: Movimentazioni (Ruminantia)
Ma probabilmente, andando indietro negli anni, nemmeno quando era ospitata alla Celadina o anche un secolo fa, quando il Foro boario si stendeva dove oggi si trovano le Autolinee e vi si aggiravano uomini col tabarro a fare affari sulla base di strette di mano. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
Preoccupano in Canavese i casi di «Bluetongue». Si tratta di una febbre catarrale, non contagiosa per l’uomo, che prende il nome di lingua blu per il colore cianotico osservato sulla mucosa linguale che mette in pericolo la salute di ovini, caprini e bovini: è un’infezione virale trasmessa da insetti vettori (moscerini). (La Stampa)
L’allevamento orobico sta infatti facendo i conti con la Lingua Blu, una malattia infettiva (non contagiosa per l’uomo) dei ruminanti, in particolare bovini e ovini, partita da un allevamento di Varzi, nel Pavese, con altri casi registrati nel lecchese. (La Voce delle Valli)