Meloni e Benigni in lotta per l’anima della UE. Ecco chi ha ragione e chi torto
“Questa Europa non è la mia!”, dice Giorgia Meloni, con quella determinazione che non ha mai paura di sfidare le convenzioni e che molti paragonano a quella della cd. Buonanima. “Questa Europa è mia, ed è nostra”, ribatte Roberto Benigni, con quel sorriso che unisce poesia e politica come pochi altri sanno fare. Due visioni apparentemente inconciliabili, due anime che si contendono l’identità del continente. (la VOCE del TRENTINO)
Ne parlano anche altri giornali
È partito piano il Benigni con il suo Sogno. Per una ventina di minuti ha girato un po’ a vuoto tra omaggi alle autorità, preoccupazioni per la pace ed elenchi delle meraviglie inventate dagli europei che mi hanno fatto temere una replica delle banalità proposte da qualcuno sabato scorso in Piazza del popolo. (Il Fatto Quotidiano)
Si, il punteggio virtuale questa volta è tennistico. L’Europa non è questa commissione, l’Europa non è l’estrapolazione indegna di frasi del manifesto di Ventotene fatta dal peggiore presidente del consiglio della storia repubblicana. (articolo21)
Dov'è finito Roberto Benigni? A sinistra lo show su Rai 1 Il Sogno sarà sembrato, appunto, un sogno di resistenza a Giorgia Meloni e al governo di centrodestra, un inno all'Unione europea e pure all'esercito comune, un'appendice televisiva alla piazzata rossa romana di qualche giorno prima. (Liberoquotidiano.it)

Da un punto di vista strettamente televisivo Il sogno di Roberto Benigni (mercoledì sera su Rai 1 e ora su RaiPlay) è di una semplicità disarmante: una sola persona in scena in abito scuro e camicia sbottonata; poche inquadrature sotto la sapiente regia di Stefano Vicario che alterna figura intera, mezzo busto, rari primi piani e breve carrellata sulla platea; scenografia in legno, bella ma essenziale, firmata da Chiara Castelli; luci efficaci senza effetti particolari; solita marcetta iniziale sulle note di Nicola Piovani; una brevissima anteprima registrata (si veda la diversa microfonatura); infine, due ore e un quarto di diretta senza stacchi né interruzioni pubblicitarie; primi quindici minuti di monologo comico secondo tradizione e poi 120 di orazione civile sull’Europa, la guerra e la pace. (Avvenire)
"C'è da essere orgogliosi di essere europei". Share del 28% per l'intervento di Benigni su Ventotene (AGI - Agenzia Italia)
Pierre Bourdieu ebbe a dire che, oggi, gli intellettuali sono la parte dominata della classe dominante. Fanno parte della classe dominante in virtù del loro capitale culturale, ma sono dominati perché, per poterlo offrire ai veri dominanti, devono modularlo in funzione dei rapporti di forza egemonici. (Radio Radio)