Mondiali Zurigo 2024, il presidente FCI Cordiano Dagnoni: "Tra qualche anno avremo fra i pro' corridori che chiuderanno il divario che ci separa dai più forti"

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È finita la settimana iridata di Zurigo 2024 e per le varie Nazionali è il tempo dei bilanci. Questo è il caso anche dell'Italia, che ha chiuso il programma delle gare di ciclismo con una medaglia d'oro, quella ottenuta negli Juniores da Lorenzo Mark Finn, quella d'argento finita al collo di Filippo Ganna al termine della cronometro élite, e tre di bronzo, grazie alle brillanti prestazioni di Edoardo Affini (crono élite), Elisa Longo Borghini (in linea élite) e della Staffetta Mista. (SpazioCiclismo)

Su altri giornali

Va all’attacco a cento chilometri dalla fine, resta da solo negli ultimi cinquanta, dopo aver sbriciolato tutti: di fenomeni come lui che dalla cronaca si consegnano direttamente alla leggenda se ne sono visti pochi. (Quotidiano Sportivo)

E invece, nella maniera più rocambolesca, ha ottenuto il terzo grande obiettivo della sua stagione dopo Giro d’Italia e Tour de France. Tadej Pogacar è campione del mondo al termine di una prova straordinaria, con uno scatto a cento chilometri dal traguardo che nessuno o quasi avrebbe considerato vincente. (InBici)

Ormai é evidente che Tadej Pogacar è al di sopra di me": questo l'omaggio rivolto dal belga Eddy Merckx al nuovo campione del mondo, Tadej Pogacar. "Ciò che ha realizzato è inimmaginabile. (Il Mattino di Padova)

Il grande campione fiammingo sa perché lo stiamo cercando, e non vuole rinunciare a dare a Pogacar quello che è di Pogacar. Appena il discorso cade sul Mondiale, la voce di Merckx si fa subito più salda. (La Gazzetta dello Sport)

Con un volo lungo 100 chilometri Tadej Pogacar è salito sul tetto del mondo e per un anno sarà lui ad indossare la maglia bianca con l’arcobaleno sul petto. I suoi avversari lo hanno preso per un attacco suicida, come quello di un kamikaze, mentre lui pensava di aver fatto solo... (TUTTOBICIWEB.it)

"È difficile descrivere quanto sia forte". Un in… Van der Poel: “Difficile descrivere quanto sia forte” (la Repubblica)