Mondiali Zurigo 2024, il presidente FCI Cordiano Dagnoni: "Tra qualche anno avremo fra i pro' corridori che chiuderanno il divario che ci separa dai più forti"

È finita la settimana iridata di Zurigo 2024 e per le varie Nazionali è il tempo dei bilanci. Questo è il caso anche dell'Italia, che ha chiuso il programma delle gare di ciclismo con una medaglia d'oro, quella ottenuta negli Juniores da Lorenzo Mark Finn, quella d'argento finita al collo di Filippo Ganna al termine della cronometro élite, e tre di bronzo, grazie alle brillanti prestazioni di Edoardo Affini (crono élite), Elisa Longo Borghini (in linea élite) e della Staffetta Mista. (SpazioCiclismo)

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Che però comincia con una fuga per la vittoria lunghissima e indimenticabile. Di un azzurro. (La Gazzetta dello Sport)

Sul podio anche O'Connor (secondo) e Van der Poel (terzo in volata), entrambi a chiudere una grande stagione. Tripletta Mondiale, Tour e Giro, come solo Merckx (1974) e Roche (1987) nella storia. (Sky Sport)

Ormai é evidente che Tadej Pogacar è al di sopra di me": questo l'omaggio rivolto dal belga Eddy Merckx al nuovo campione del mondo, Tadej Pogacar. "Ciò che ha realizzato è inimmaginabile. (Il Mattino di Padova)

Un Mondiale chiuso in bellezza ma con un velo di tristezza

Il successo però non è arrivato da solo e un buon contributo è arrivato con Primoz Roglic, che è passato al comando della corsa, prima dell’attacco micidiale del suo compagno di squadra. «Sono contento di aver fatto parte di questo evento – ha detto Roglic – Quello di oggi è stato un vero e proprio momento storico importante». (TUTTOBICIWEB.it)

In questi anni gli hanno raccontato di Merckx che ha vinto questo e quello, una volta due tre o quattro, la Sanremo persino sette volte. E poi le fughe da lontano e poi di Giro Tour e il mondiale vinto nello stesso anno e lui, il bimbo sloveno, che ha compiuto il 21 settembre scorso 26 anni, ha preso nota e anno dopo anno ha cominciato a stabilire record uno via l'altro ad una condizione: che non si facciano paragoni con Eddy Merckx, perché «io sono Tadej Pogacar, sono solo io». (il Giornale)

L’ultima giornata è stata un inno al ciclismo e allo sport, perché a far festa sono state, come da tradizione nel mondo delle due ruote, tutte le nazionalità, mescolate lungo il tracciato a incitare indistintamente tutti i corridori tra un brindisi, uno spuntino e un ballo nonostante la maggior parte dei presenti non abbia visto il proprio beniamino trionfare. (RSI.ch Informazione)