Giulia Cecchettin, Il padre Gino: “È dura”. Cinque associazioni contro la violenza chiedono la costituzione di parte civile
“È dura, molto dura…”. Gino Cecchettin ha atteso con pazienza l’inizio del processo per la morte della figlia Giulia, assassinata da Filippo Turetta nemmeno un anno fa nel Veneziano. “I miei figli Elena e Davide non ci sono, sono andati a scuola”. All’esterno dell’aula, al piano terra del palazzo di giustizia di Venezia, sede di un procedimento per omicidio volontario premeditato, è una bolgia di giornalisti. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
"L'atteggiamento è sempre quello: non vendetta né indulgenza - ha affermato - Noi vogliamo che Turetta sia giudicato nell'ambito di un processo giusto come avviene in Italia, ma la pena sia giusta a fronte delle aggravanti che gli vengono contestate". (ilmessaggero.it)
Per l''avvocata Teresa Manente, responsabile dell'ufficio legale dell'associazione «le motivazioni della Procura sollevano riflessioni importanti, evidenziando la mancata applicazione dei principi dettati dalle leggi sovranazionali e, al contempo, un pregiudizio antico e che oggi inaspettatamente rivive nei confronti delle associazioni femministe e di tutela dei diritti delle donne. (La Nuova Venezia)
Giulia Cecchettin, legale padre: "Processo veloce allevierà il dolore" 23 settembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
Ha preso il via il processo a carico di Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate, nel novembre 2023. Carla Gatto, la nonna della vittima, fuori dall’aula ricorda la nipote e commenta l’assenza del 22enne che rischia l’ergastolo: “Se fossi stata in lui sarei stata presente”. (LAPRESSE)
Tigali ha spiegato che l’assenza di testimoni ridurrà i tempi della discussione che «per il mio assistito, ma vale per tutti i familiari è un bene». «Un processo presumibilmente veloce è un bene perché allevierà il dolore». (Il Sole 24 ORE)