"MARI E MONTI" Manfredonia – Gargano. Blitz “Mari e Monti”, 39 arresti, 48 capi di imputazione. TUTTI GLI INDAGATI

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Ponte sullo Stretto

Gargano. Una vasta operazione contro la criminalità organizzata in Puglia ha portato all’arresto di 39 persone e al sequestro patrimoniale di circa 10 milioni di euro. L’operazione, denominata “Mari e Monti”, rappresenta uno dei più complessi e innovativi interventi della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nel contrasto alle associazioni mafiose attive nella provincia di Foggia. Il procedimento penale che ha condotto a questa operazione si concentra sulla criminalità organizzata del clan li Bergolis, riconosciuto ufficialmente nel 2009 (StatoQuotidiano.it)

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Il nome dell’operazione, “Mari e Monti”, sta proprio a simboleggiare la strategia di reinvestimento dei proventi nelle imprese, con particolare attenzione a Vieste, realtà turistica tra le più importanti in Puglia (l'Immediato)

La perfetta sinergia tra forze dell’ordine e magistratura ha permesso di conseguire questo importantissimo risultato che evidenzia ancora una volta, in maniera inequivocabile, la granitica volontà della Squadra Stato di contrastare qualunque logica mafiosa sul nostro territorio. (Rete Gargano)

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Foggia, 39 arresti nel clan Li Bergolis: “Era mafia degli affari, referente dei narcos albanesi e delle ‘ndrine. La più allarmante cosca pugliese”

Inizialmente, il gruppo cercò di fuggire alla vista di una pattuglia dei carabinieri forestali, ma successivamente, resosi conto che si trattava di agenti della forestale e preoccupati per le armi lasciate sul posto, tornarono indietro. (StatoQuotidiano.it)

E’ il 13 aprile del 2017 quando una pattuglia dei Carabinieri forestali controlla una masseria a San Giovanni Rotondo (Foggia) nella disponibilità di Pasquale Ricucci. All’esterno ci sono tre auto, una delle quali ha sul tettuccio un lampeggiante come quelli in uso alle Forze di polizia. (Difesa Magazine)

E a poco è servito negli anni arrestarli e tenerli in carcere in regime di alta sicurezza, visto che da lì continuavano a comandare e a dettare gli ordini all’esterno affinché i business continuassero a generare soldi su soldi partendo dal narcotraffico con i clan albanesi fino ad attività ‘pulite’ nelle quali riciclavano i guadagni. (Il Fatto Quotidiano)